È morto Gian Antonio Cibotto: una vita dedicata al "suo" Veneto

Sabato 12 Agosto 2017
Gian Antonio Cibotto
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ROVIGO - Se n'è andato Gian Antonio Cibotto, scrittore, giornalista, critico letterario che ha dedicato una vita intera alla cultura e in particolare al Polesine, la sua terra, e al Veneto. Aveva compiuto 92 anni lo scorso 8 maggio.

Cibotto è morto oggi, poco dopo le 14, nella sua villa di viale Trieste, a Rovigo. Da alcuni giorni le sue condizioni di salute si erano aggravate.

E' autore di opere che hanno scandito la storia del Veneto, dalle "Cronache dell'alluvione" del '51 a "La coda del parroco", fino ai più recenti "Scano Boa" e "San Bastiano con la viola in mano". Fu per molti anni giornalista letterario de Il Gazzettino, dove fu chiamato dall'allora direttore Lauro Bergamo.
Cibotto si è sempre interessato a letteratura e teatro, alternando la narrativa alla saggistica.
Ha scritto tanto, ricevendo prestigiosi premi letterari quali il premio Marzotto con «La vaca mora», il premio Comisso con «Stramalora», il premio Salotto veneto con «Il doge è sordo». Cibotto è stato il primo nel dopoguerra a rilanciare Angelo Beolco, ovverossia Ruzzante, del quale ha pubblicato una strenna intitolata «Il meglio di Ruzzante», e la traduzione dei dialoghi per Einaudi. Sempre in materia di teatro non si possono dimenticare il fortunatissimo «Teatro Veneto» e la versione di una celebre commedia di Pablo Picasso intitolata «Il desiderio preso per la coda». Di lui hanno scritto tutti i critici più qualificati, da Cecchi a Pancrazi, da Bo a Camerino a Palmieri, a De Benedetti. Non si può inoltre dimenticare che ha fondato alcuni dei premi più noti organizzati nel nostro paese, dal Campiello al Comisso all'Estense. 


I servizi nell'edizione de "Il Gazzettino" di domenica 13 agosto 
Ultimo aggiornamento: 21:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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