ROVIGO - Il 30 ottobre sarà un anno dalla prematura e dolorosa scomparsa, ad appena 34 anni, di Giacomo Magaraggia. Secondo l’autopsia, richiesta dalla famiglia, si sarebbe trattato di una pericardite, ma non tutto è stato chiarito.
Lo faccio anche per Giacomo, che era il mio primo lettore, deceduto <WC>a<WC1>l pronto soccorso rodigino, dopo poche ore dal ricovero d’urgenza deciso dal medico di famiglia. Mesi dopo la sua morte siamo venuti in possesso del referto autoptico dove era contenuta una affermazione <WC>verso la nostra famiglia <WC1>che ha moltiplicato il dolore già in essere. Abbiamo considerato scrupolosamente gli atti disponibili. Ci siamo rivolti a esperti per verificare le prime oggettive valutazioni del caso, presentando subito un primo esposto penale. Proseguendo le analisi degli accadimenti, quando i dubbi hanno lasciato spazio alla luce dei fatti, che potrebbero riguardare i comportamenti dei sanitari dell’ospedale, abbiamo deciso di agire. Perciò abbiamo incaricato i legali affinché intraprendessero azioni di accertamento di responsabilità. Si tratta, ora, di portare alla luce gli eventi, analizzandoli e sterilizzandoli da tutte le manovre che possono essere messe in atto. I morti, si dice, seppelliscono con loro anche eventuali errori o omissioni. Non in questo caso. Sarete puntualmente informati sugli sviluppi e gli esiti che seguiranno questa ricerca civile della verità. Ciò non significa invadere il campo altrui come inquisitore<WC>,<WC1> ma come attento esploratore usando tutti quegli strumenti che ci fornisce la democrazia. Sul mio blog verranno pubblicati tutti gli atti processuali. Infine, a nome mio e della mia famiglia, rivolgo un immenso ringraziamento per l’enorme affetto, la vicinanza e il sostegno che ci avete e ci state dimostrando».