ARIANO NEL POLESINE - A protezione dell'area protetta sono intervenuti i carabinieri forestali che hanno pizzicato due bracconieri mentre stavano sparando all'interno dei confini del Parco del Delta del Po, che ha ricevuto anche il prestigioso riconoscimento di Riserva della biosfera Unesco, sul territorio di Ariano Polesine, dove è interdetta l'attività venatoria. I due sono stati beccati, poco distante da San Basilio nella mattinata di sabato scorso, con le mani nel sacco. E nel sacco avevano già messo una preda, una lepre uccisa poco prima.
Per i due cacciatori, C.D. e R.S. le rispettive iniziali, che sono stati intercettati da una pattuglia della Stazione dei carabinieri forestali di Porto Tolle in azione proprio per una mirata attività di vigilanza sulle aree protette e di contrasto al bracconaggio, particolarmente attente in questi primi giorni di apertura della stagione venatoria, sono stati denunciati all'autorità giudiziaria per contestata violazione alla normativa vigente in materia di caccia.
MULTA SALATA
In particolare, è la legge 157 del 1992, a prevedere l'arresto fino a sei mesi e l'ammenda, nel testo ancora prevista in lire, da 900mila a 3 milioni, per chi esercita la caccia nei parchi nazionali, nei parchi naturali regionali, nelle riserve naturali, nelle oasi di protezione, nelle zone di ripopolamento e cattura, nei parchi e giardini urbani, nei terreni adibiti ad attività sportive. Ai due cacciatori finiti nel mirino dei forestali sono stati anche sequestrati i rispettivi fucili e tutte le munizioni, oltre alla selvaggina abbattuta.
Francesco Campi
Ultimo aggiornamento: 13:47
© RIPRODUZIONE RISERVATA Per i due cacciatori, C.D. e R.S. le rispettive iniziali, che sono stati intercettati da una pattuglia della Stazione dei carabinieri forestali di Porto Tolle in azione proprio per una mirata attività di vigilanza sulle aree protette e di contrasto al bracconaggio, particolarmente attente in questi primi giorni di apertura della stagione venatoria, sono stati denunciati all'autorità giudiziaria per contestata violazione alla normativa vigente in materia di caccia.
MULTA SALATA
In particolare, è la legge 157 del 1992, a prevedere l'arresto fino a sei mesi e l'ammenda, nel testo ancora prevista in lire, da 900mila a 3 milioni, per chi esercita la caccia nei parchi nazionali, nei parchi naturali regionali, nelle riserve naturali, nelle oasi di protezione, nelle zone di ripopolamento e cattura, nei parchi e giardini urbani, nei terreni adibiti ad attività sportive. Ai due cacciatori finiti nel mirino dei forestali sono stati anche sequestrati i rispettivi fucili e tutte le munizioni, oltre alla selvaggina abbattuta.
Francesco Campi