CENESELLI - Erano da poco passate le 10, quando la sua carrozzina elettrica ed il suo corpo senza vita sono stati avvistati nel fosso che costeggia via Massa, la Regionale 482. Sante Guercio aveva 74 anni ed aveva un'invalidità totale insorta con l'aggravarsi delle conseguenze di un incidente in moto, quasi trentina d'anni fa. Di origini marchigiane, nato a Osimo, si era trasferito a Ceneselli sullo sbocciare degli anni 70 sposandosi con l'amata Mariangela. Proprio il suo accento gli era valso il curioso soprannome Cucifò, storpiando una sua espressione dialettale. E Cucifò si era subito inserito bene a Ceneselli, grazie anche alle sue doti da portiere, con una militanza a buoni livelli, messe a servizio della squadra locale, nonché di quelle da artigiano polivalente, che lo avevano poi portato a venire assunto in Comune come stradino.
Prima i tutto, però, veniva la famiglia, oltre alla moglie Mariangela, i due figli Barbara e Alessandro e, poi, i due nipotini Martina e Matteo. In pensione da anni, negli ultimi tempi le sue condizioni di salute erano un po' peggiorate. Anche per questo giovedì, i suoi familiari si erano subito allarmati perché, dopo essere uscito, con la sua carrozzina elettrica, non era tornato a casa e non rispondeva al telefono: già dalle 16.30 di giovedì ne avevano denunciato la scomparsa. Purtroppo le ricerche si sono concluse con il più doloroso degli esiti. Secondo i primi accertamenti da parte dei carabinieri la causa della caduta nel fosso sarebbe stata causata da un malore. Il medico del Suem, arrivato da Trecenta, ha constatato l'avvenuto decesso ipotizzando come causa un arresto cardiorespiratorio in seguito a trauma cranico. La salma è stata subito lasciata nella disponibilità dei familiari, perché, insieme a tutta la comunità di Ceneselli, colpita dal lutto, possa essere dato l'ultimo saluto a Cucifò.
