Il carrello della spesa si ribalta: bimba di 8 mesi cade e batte la testa

Venerdì 1 Settembre 2017 di ​Ilaria Bellucco
Il carrello della spesa si ribalta: bimba di 8 mesi cade e batte la testa
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GIACCIANO - Si è trasformato in un'odissea il pomeriggio di spesa di una famigliola al Faro di Giacciano. Il carrello della spesa, infatti, si è improvvisamente ribaltato nel parcheggio del centro commerciale e la bimba di otto mesi, che la signora aveva sistemato nell'apposito seggiolino, sul carrello stesso, è caduta malamente sull'asfalto battendo la testa. A raccontare l'episodio avvenuto mercoledì, è lo stesso padre della piccola.
«Mia moglie stava per trasferire la spesa dal carrello al bagagliaio dell'auto - racconta -. Forse per una leggera pendenza, il carrello si è spostato e una ruota si è incastrata in un avvallamento. A quel punto, il carrello è come impazzito e, prima di poterlo fermare, si è ribaltato facendo cadere la bambina. Mia moglie non ha avuto nemmeno il tempo di reagire».

La piccola, che piangeva disperatamente, aveva escoriazioni alle braccia, alle gambe e alla testa. Preoccupati delle conseguenze della botta alla testa, i genitori sono corsi con la bambina al Pronto soccorso dell'ospedale San Luca di Trecenta. Lì, i medici hanno constatato escoriazioni superficiali sulla metà sinistra del corpo, rinviando la famiglia al pediatra. A Trecenta però non c'è un reparto di Pediatria. «Siamo andati al Pronto soccorso dell'ospedale di Pieve di Coriano, in provincia di Mantova, dove siamo rimasti tre ore e mezza per gli accertamenti del caso - prosegue il padre della piccola -. Per fortuna dagli esami è emerso che nostra figlia non ha subito lesioni, e le conseguenze si limitano al grande spavento per lei e per noi». Passato lo spavento, i genitori però si sono chiesti come fosse stato possibile un simile ribaltamento del carrello della spesa.  La famiglia si sarebbe aspettata dal centro commerciale quanto meno la disponibilità a prendere provvedimenti per aumentare la sicurezza dei suoi clienti. «Non vogliamo polemizzare con la direzione, ma mettere in guardia altri genitori perché non debbano trovarsi a vivere un'esperienza come la nostra».
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