La morte di Carlotta in Cina, si muove l'ambasciatore

Giovedì 13 Aprile 2017 di Giulio Fraccon
La morte di Carlotta in Cina, si muove l'ambasciatore

ROVIGO - Il caso della morte della 27enne adreise Carlotta Portieri, figlia di Andrea, ex assessore di Porto Tolle, resta un giallo: la polizia cinese passa al setaccio gli ultimi istanti della ragazza, prima del tragico volo di domenica dal 19° piano di un palazzo dove viveva con il compagno, il 36enne Stefano Sagredin. La giovane, docente di lingua italiana in una scuola della metropoli di Chengdu, nel sud ovest della Cina, al confine con la Corea del Nord, nel Paese del Celeste impero aveva coronato uno dei sogni della sua vita.

Dopo un breve periodo a Corbola come mediatrice culturale, era partita per la Cina, nulla dunque che potesse far presagire a un gesto di estremo sconforto. Gli investigatori sono al lavoro sull'accaduto ed avrebbero (condizionale obbligato) sentito e raccolto la testimonianza di Sagredin, ex presidente del comitato Ca' Emo Nostra il quale sarebbe stato interrogato per almeno otto ore subito dopo l'arrivo della polizia sul luogo della tragedia. 

Al setaccio non solo gli ultimi messaggi che si sono scambiati i due ragazzi, le testimonianze degli amici della coppia e dei residenti nel palazzo ma anche alcuni spostamenti in Mongolia e in Sud Corea. Per il momento la polizia cinese classifica Sagredin come persona informata dei fatti. Sarebbe stato lui a vedere Carlotta viva per l'ultima volta e anche il primo a ritrovarla cadavere. Durante l'intervallo  si è recato in un bar a bere con un amico.  Il caso è seguito anche dall'Ambasciata italiana a Pechino. Si allungherebbero anche i tempi di restituzione del corpo  della ragazza prima di un paio di settimane. Carlotta Portieri oltre al padre lascia la madre Paola Biolcati e i fratelli Camilla e Nicolò.

 

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