Si tuffa nel Canalbianco per salvare una donna gettatasi dal ponte

Lunedì 3 Dicembre 2018 di Moreno Tenani
Il ponte di Canareggio soprannominato "Calatravino"
ADRIA - Forse un gesto estremo dettato da un momento di depressione profonda, che avrebbe potuto finire in tragedia se non fosse stato per il pronto intervento di alcune persone presenti sul posto. Fortunatamente per la donna, una 68enne di origini moldave, gettatasi nella gelide acque del Canalbianco dal ponte ciclopedonale del Canareggio (il Calatravino, come è uso chiamarlo in città) nelle mattino di ieri, c’è stato chi, incurante del freddo e dei rischi in cui poteva incorrere, è stato pronto a prendersi un bagno fuori stagione calandosi in acqua.
 
Un gesto di grande eroismo che ha permesso alla donna, soccorsa poi dai sanitari del 118, di essere trasportata in ospedale in condizioni di ipotermia per essere curata, mentre i carabinieri della stazione di Adria e a Vigili del fuoco chiamati dai presenti hanno proceduto agli accertamenti. 
A gettarsi in acqua non appena vista la donna annaspare, è stato Namik Schemuni, 55 anni, elettricista, residente ad Adria. «Ero intento a eseguire alcuni lavori all’esterno della mia abitazione quando un signore è venuto a chiedermi un bastone perché c’era una persona in acqua – ripercorre la sua impresa Shemuni, mentre ancora trema di freddo. Così sono andato verso la sponda e ho visto la donna che affondava. Era al centro del canale, in quel punto piuttosto profondo, il mio bastone sarebbe stato del tutto inutile». Shemuni ci ha pensato solo un attimo. «Mi sono spogliato per calarmi in acqua e cercare di raggiungerla». 
«Ho visto la scena dal ponte – è la testimonianza di un altro soccorritore, Andrea Sicchieri, infermiere del Pronto Soccorso di Adria -. Ero in sosta al semaforo sulla mia auto mentre transitavo sulla strada che fiancheggia il canale. Al verde non riuscivo a capire perché l’auto che mi precedeva non partisse. Così sono sceso e ho visto la scena. Sono andato dall’altra parte del canale per aiutare Shemuni a risalire la riva dopo che aveva preso la donna. Non è stato facile: i grossi massi sulla sponda sono molto scivolosi e loro non riuscivano a uscire dall’acqua». Una catena umana, formata con altre persone solidali sopraggiunte nel frattempo, ha permesso al soccorritore e alla donna di portarsi in salvo sulla sponda. 
«Mi sono tolto le scarpe per scendere in acqua – prosegue Sicchieri. Era gelida. Il gesto di chi si è gettato nel canale è stato di vero eroismo». Namik Shemuni è in Italia da circa 20 anni, in precedenza abitava a Porto Viro. Lavora come elettricista per la Fonsato impianti di Taglio di Po e alle recenti amministrative è stato candidato con la lista del sindaco Barbierato. «Solo un gesto spontaneo», si schermisce. Ma di grande umanità.
Ultimo aggiornamento: 08:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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