Adria. Bomba contro gli immigrati. Ecco chi sono i tre giovani bombaroli, «ragazzi normali e con la passione per i motori»

Venerdì 27 Ottobre 2023 di Redazione Rovigo
Bomba contro gli immigrati Nicolò Siviero, Thomas Marangon, Cristian Tuttolomondo

ADRIA/ROSOLINA (ROVIGO) - Tre ragazzi assolutamente normali. Che dopo l’Enaip hanno subito iniziato a lavorare, chi come meccanico chi come ruspista. Con famiglie alle spalle, uno è addirittura figlio di un finanziere. Hanno le stesse passioni di tanti ragazzi, motori in particolare. Ma quello che, secondo quanto formulato in ipotesi accusatoria dalla Procura, avrebbero fatto, di normale ha ben poco. Perché è stata piazzata una bomba potenzialmente letale sulla porta di un condominio. E perché, sempre secondo la ricostruzione degli inquirenti che dovrà poi essere vagliata nell’eventuale processo, dietro al loro gesto si può addirittura individuare una matrice xenofoba, sulla base di alcune dichiarazioni intercettate nelle quali si parla di «baruffa con i marocchini», o frasi come «bisogna fare una retata una sera, arrivi su con gli abbaglianti accesi e appena dicono qualcosa scendi con le mazze» e di «regolamento di conti». La Procura stessa, nella nota diffusa mercoledì, scrive che con le indagini sono emersi «i moventi delle condotte con rilevanza penale, ritenuti essere anche di natura xenofoba».


LUNEDÌ INTERROGATORIO
Siamo ancora nella fase delle indagini preliminari e l’interrogatorio di garanzia per Nicolò Siviero, Thomas Marangon e Cristian Tuttolomondo si terrà lunedì. Siviero e Tuttolomondo sono accusati anche delle tre esplosioni all’alba del 29 luglio al Villaggio Tizè di Rosolina. Intanto il sindaco di Adria Bobo Barbujani si dice «sconcertato per le accuse formulate ai tre ragazzi. Certo, siamo ancora in fase di indagine, ma il fatto che sia emerso un possibile movente razzista mi rattrista molto. Adria non è una città razzista. Siamo colpiti due volte, anche se i ragazzi che sono accusati non sono di Adria, perché passa un messaggio di una realtà xenofoba. Per questo stiamo anche valutando l’ipotesi di costituirci eventualmente parte civile nel procedimento per i danni all’immagine della nostra città. E non vorrei che qualcuno parlasse di ragazzata: no, questa è troppo grave. Una bomba carta sulla porta di un palazzo non è una ragazzata. Con la Giunta ci stiamo interrogando proprio se non sia il caso anche di organizzare una qualche manifestazione per dire no ad ogni forma di razzismo. Fra l’altro Borgo Fiorito è un luogo particolare e delicato, dove ci sono una sessantina di residenti, quasi tutti stranieri, e 150 richiedenti asilo ospitati in più stabili gestiti ora dalla cooperativa sociale Ekene onlus. Dico la verità, siccome ci sono anche brutti giri, avevo pensato che fosse una sorta di gesto intimidatorio verso qualcuno invischiato in brutte vicende e che quindi avessero sbagliato porta. Fra l’altro, proprio con la Prefettura, che ringrazio, è stato avviato un protocollo per garantire maggiori controlli a Borgo Fiorito».


Proprio il prefetto Clemente Di Nuzzo, che ha espresso al comandante provinciale dei carabinieri Edoardo Campora, «il proprio compiacimento per il brillante impegno investigativo», ha ribadito «il costante impegno delle forze di polizia nei servizi di vigilanza e controllo del territorio a Cavanella Po e a Rosolina».


Da parte sua, il sindaco di Rosolina Michele Grossato: «Credo che il fatto accaduto al Villaggio Tizè sia decisamente meno grave di quello di Cavanella Po. Ovviamente si tratta di gesti da respingere ed eliminare. Tanto più da noi, che siamo un paese che vive con i turisti, inclusivo, che non ha barriere, tanto meno con chi lavora per la stagione, magari con mansioni che i ragazzi italiani si rifiutano di fare. Perché al Villaggio Tizè gli unici stranieri in quel momento erano alcuni lavoratori stagionali. Tanto che abbiamo tutti subito pensato fossero stati solo dei grossi petardi».

Ultimo aggiornamento: 28 Ottobre, 11:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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