Autovelox, il prefetto scrive ai sindaci: «Chi corre va fermato subito»

Giovedì 3 Agosto 2017 di Francesco Campi
Autovelox, il prefetto scrive ai sindaci: «Chi corre va fermato subito»
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ROVIGO - Non uno stop vero e proprio, ma un invito a rallentare: sul tema degli autovelox è il prefetto Enrico Caterino a indicare la strada ai sindaci con una circolare nella quale li richiama a prestare la massima attenzione ai «principi essenziali per il corretto impiego dei predetti strumenti, finalizzati esclusivamente a garantire la sicurezza della circolazione stradale».
La lettera del prefetto, indirizzata a tutti i primi cittadini, oltre che ad Anas, Veneto Strade, Motorizzazione, questore e tutte le forze dell'ordine, contiene l'invito a tenere conto «dell'eccezionalità della norma rispetto alla disciplina generale dettata dal Codice della Strada, e del fine primario che è quello di garantire, nell'ambito della circolazione stradale, la sicurezza e l'incolumità degli utenti e degli operatori, senza travalicare lo spirito e la lettera della normativa così da trasformare i citati strumenti in una fonte atipica di incremento per le entrate comunali esulando dallo scopo per il quale sono stati previsti».
Il tutto, spiega Caterino, prende spunto dal «numero elevatissimo di ricorsi per l'annullamento di verbali di contestazione della violazione dei limiti di velocità elevati in seguito a rilevazione effettuata con detti dispositivi installati per il controllo a distanza». Tutti i verbali di contravvenzione, infatti, possono essere impugnati con un ricorso che può essere presentato al Giudice di pace o al prefetto. Ecco, allora, una sorta di prontuario, nel quale il rappresentante del Governo in Polesine dà conto di quali sono gli elementi che possono portare all'annullamento di una multa, ma di fatto richiamando i proprietari dei velox ad attenersi strettamente alla normativa. «L'accertamento e la contestazione differita delle violazioni al Codice della strada si fa presente da Palazzo Salvadego-Sgarzi - costituiscono eccezione alla regola generale della contestazione immediata delle violazioni così come chiaramente sancito dalla Direttiva del Ministro dell'Interno del 14 agosto 2009, che fissa in maniera chiara, precisa, puntuale e tassativa i criteri cui attenersi. Altro dato essenziale è che la categoria della strada, su cui esiste la possibilità di utilizzare o installare dispositivi e mezzi tecnici di controllo del traffico finalizzati al rilevamento a distanza delle violazioni alle norme del Codice della Strada, senza l'obbligo della contestazione immediata, è un presupposto obbligatorio, in assenza del quale non ha rilievo nemmeno l'eventuale e oggettiva pericolosità di strade rientranti in categorie differenti ed inferiori. Altra condizione fondamentale, infine, è costituita dal fatto che l'installazione o l'utilizzazione dei dispositivi o dei mezzi tecnici di controllo di cui sopra deve essere portata a conoscenza degli utenti della strada onde evitare pericolo alla circolazione che può, altrimenti, essere determinato dal cosiddetto effetto sorpresa».
Un passaggio forte, visto che, secondo questa lettura, non solo non vi sarebbe l'effetto per cui il velox è installato, ovvero di aumentare la sicurezza stradale, ma si produrrebbe invece l'effetto opposto.
Nella Direttiva Minniti del 13 giugno scorso, si dispone, oltre a ribadire l'obbligo di taratura annuale e di rendere visibili le postazioni fisse apponendovi sopra un segnale col simbolo del corpo di polizia che la gestisce, togliendo i cartelli ove non ci sono postazioni, impone il costante monitoraggio, da parte dei prefetti, sulla collocazione dei sistemi di rilevazione della velocità affinché risultino motivati esclusivamente da condivise esigenze di sicurezza stradale. Trattandosi di un decreto ministeriale e non di una circolare, si tratta non di indicazioni ma di norme: chi non dovesse rispettarlo potrebbe anche incorrere nel reato di abuso d'ufficio.
 
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