ADRIA - Pixag è una startup di Adria con solide basi scientifiche e lo sguardo sul futuro: costituita nel gennaio 2020, è composta da un team diviso tra Italia e Stati Uniti, e ha applicazioni già realizzate su scala planetaria nel settore dell’agricoltura digitale. È nata dall’esperienza di uno scienziato di fama mondiale, il professor Bruno Basso, distinguish professor alla Michigan State University e socio fondatore, e dall’amicizia e passione che condivide con Giampaolo Oliviero.
Con la popolazione mondiale sopra 8 miliardi di persone e in un contesto di cambiamenti climatici, l’agricoltura digitale quali soluzioni può offrire per la sostenibilità? «Le attività agricole contribuiscono all’emissione di gas serra tra il 10 e 18% del totale di origine umana - ricorda Giampaolo Oliviero, co-fondatore e amministratore delegato di Pixag -. Con moderne tecnologie digitali capaci di gestire la complessità dei sistemi biologici agricoli, l’agricoltura non solo può azzerare le emissioni nette, ma con suoli agricoli ben gestiti può anche sequestrare carbonio in modo stabile».
LA TECNOLOGIA
Dunque un suolo sano cattura più CO2: quali tecnologie sta sviluppando Pixag? «Le tecnologie di Pixag, in particolare la modellistica avanzata di cui dispone, sono utili, forse anche indispensabili, sia nella fase di pianificazione sia nella successiva misurazione delle performance effettive in termini di sostenibilità: vale a dire emissioni nette di gas serra, biodiversità, contrasto della desertificazione e riduzione dell’inquinamento delle falde».
Che tempistica sta seguendo la startup? «L’obiettivo non è una crescita aggressiva, ma interventi mirati di alta qualità, man mano che il mercato sarà maturo per affrontare in modo scientificamente solido ed eticamente responsabile il rapporto tra uomo e ambiente, specificamente nelle attività agricole».
Quali applicazioni sono già state realizzate? «Abbiamo in atto alcune importanti collaborazioni con aziende della filiera delle energie rinnovabili e del settore dei sistemi gestionali integrati agricoli».
LO SCENARIO
Quali sono e quali potranno essere i clienti di Pixag? «Non forniamo servizi direttamente all’azienda agricola ma arriviamo a essa tramite società partner capaci di integrare i nostri sistemi nei servizi che propongono al mondo agricolo. Ciò ci permette di raggiungere un grande numero di operatori, e di operare negli ambiti tecnologici che ci sono propri».
In tempi di tecnologie digitali e di profondi cambiamenti c’è il rischio di una saturazione di dati e informazioni: come si aiuta l’agricoltore a trovare la strada giusta nell’affollamento di informazioni? «È proprio questo il problema che ci proponiamo di risolvere con l’uso di modellistica avanzata: semplificare il processo di raccolta dati e decisionale, ed evitare che gli operatori a fronte della grande massa di dati raccolti siano sempre comunque costretti ad adottare decisioni basate su sintesi personali, poco adatte ad affrontare con successo l’enorme complessità degli ecosistemi e il loro rispetto e valorizzazione nell’ambito di attività economiche».
L’EVOLUZIONE
I servizi per modulare trattamenti e interventi secondo parametri climatici e biosanitari non hanno ancora raggiunto il grosso delle coltivazioni, nonostante cibo e acqua siano strategici per lo sviluppo sostenibile: quando si arriverà a una svolta? «Il processo di miglioramento e integrazione delle tecnologie è continuo.