Adria, pescatori di frodo in Canalbianco scoperti dagli atleti della Canottieri

Martedì 19 Luglio 2022 di Guido Fraccon
La rete recuperata dai canoisti in Canalbianco ad Adria

ADRIA (ROVIGO) - Gli atleti della Canottieri Adria rovinano i piani ai pescatori di frodo. I canoisti sono così sempre più protagonisti della vita cittadina, non solo come promoter delle vie d’acqua e delle eccellenze del territorio, ma anche come paladini dell’ambiente. Grazie alla Canottieri Adria è stata scoperta in località Artessura una rete da pesca usata per l’illegale pesca a strascico. Il ritrovamento, come racconta la canoista Elisa Sarti, è avvenuto nella mattinata di sabato, durante la tradizionale uscita in canoa del fine settimana.*

IL RITROVAMENTO

I Canottieri adriesi si erano ritrovati poco dopo le 9 nella loro sede di via Leonardo da Vinci, per affrontare assieme un giro sulle acque del Canalbianco a colpi di remi e pagaie. «Di solito durante le nostre uscite - spiega Sarti - raccogliamo prevalentemente bottiglie e i più svariati oggetti in plastica che galleggiano sulla superficei del canale, ormai parte integrante, insieme alla flora e alla fauna locale, del nostro paesaggio».
Sabato però qualcosa di diverso è apparso ai loro occhi. «Si trattava di una rete, forse adibita all’illegale pesca a strascico. Abbiamo provato a toglierla dall’acqua e a legarla ad un kayak ma era veramente pesante. Non riuscivamo a trascinarla».

IL RECUPERO
Il gruppo ha quindi deciso di tirarla su, poco a poco, per cercare di liberare qualche pesce, ancora vivo, rimasto impigliato nelle maglie. «Un po’ alla volta - precisa Sarti - la rete ci ha mostrato quanto può essere ignorante chi ha compiuto tale gesto e quanto può essere crudele l’animo umano. Davanti a noi sono comparsi, impigliati nella rete, una cinquantina di pesci ormai morti o morenti, prevalentemente pesce gatto o altri sfortunati pesciolini, magari neppure commestibili».
Il tutto era accompagnato da un fortissimo odore di decomposizione ma questo, e la mancata commestibilità di alcune specie acquatiche, poco importerebbero a chi ha calato la rete nelle acque del Canalbianco. Si tratterebbe, secondo alcune testimonianze, di soggetti dell’Est Europa. «Abbiamo liberato quindi i quattro pesci ancora vivi, - prosegue Sarti - ma feriti. Abbiamo poi spostato la rete su una riva nella speranza di aver preservato la vita di altri pesci che sarebbero passati di lì a poco. Sicuramente sarebbero andati incontro anche loro ad una crudele e insensata morte. Un ringraziamento va agli amici Canottieri Adria che hanno preso parte all’uscita e al salvataggio di qualche pesciolino sfortunato. La speranza è che questo racconto sensibilizzi le persone sulle tematiche ambientali».
«Tutto questo accade in località Artessura, - conclude Antonio Franzoso, un vero e proprio paladino dell’ambiente - un luogo non lontano dal centro.

Le reti, peraltro nuove, sono state recuperate e distrutte, ma servirà a poco. Ci vorrebbe una bella lezione per questi personaggi».

Ultimo aggiornamento: 16:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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