ADRIA (ROVIGO) - La Regione Veneto vuole vederci chiaro sull'impianto di trattamento fanghi che dovrebbe sorgere tra Adria e Loreo, in zona Aia.
L'ATTIVITÀ DELL'IMPIANTO
L'impianto si prefigge di trattare, mediante essiccazione e recupero energetico, rifiuti non pericolosi costituiti da fanghi di depurazione, per una potenzialità annua pari a 60mila tonnellate. Questi scarti dovrebbero essere utilizzati principalmente come combustibile o come altro mezzo per produrre energia. È previsto il loro incenerimento. L'impianto sarà dotato di una linea di essiccazione ed una di combustione. Saranno trattate giornalmente una media di 192 tonnellate di fanghi provenienti dal trattamento delle acque reflue urbane e di fanghi prodotti dal trattamento biologico dei reflui industriali. È previsto anche il trattamento dei residui di filtrazione, derivanti dal trattamento dei fumi, delle ceneri pesanti e delle scorie contenenti sostanze pericolose, delle ceneri leggere, delle sabbie dei reattori "a letto fluidizzato", e sostanze prodotte all'interno dell'azienda.
TRATTAMENTO FANGHI
I fanghi saranno essiccati per un successivo recupero energetico con possibile valorizzazione dei residui, appunto le ceneri, con recupero del fosforo presente presso impianti terzi, al fine di produrre fertilizzanti. Il "fango", quello umido disidratato, con umidità del 75-80%, circa 55mila tonnellate, e il materiale già essiccato, con umidità del 20-25%, circa 5mila tonnellate, sarà stoccato all'ingresso. Quello umido verrà sistemato in una specifica fossa e poi trasportato in due grandi serbatoi utili a garantire un volume idoneo per il corretto funzionamento dell'impianto. Il secco invece verrà conferito in una speciale area. Da qui verrà caricato in due silos, gli stessi contenitori utilizzati per i fanghi derivanti dal processo di essiccazione svolto in impianto, da 100 metri cubi ciascuno, per la successiva alimentazione diretta della camera di combustione.
La fossa di conferimento dei fanghi umidi e l'area di scarico dei fanghi secchi saranno dotate di una avanfossa per contenere le emissioni derivanti dalle operazioni di scarico. Dai serbatoi di stoccaggio, una parte dei fanghi umidi verranno inviati al sistema di essiccazione a bassa temperatura che funzionerà a grazie all'acqua calda a 90° prodotta dal processo di valorizzazione termica. Il progetto prevede di essiccare solo una parte degli agenti umidi in ingresso. La parte restante sarà mantenuta al 20-25% di secco e spedita nel forno.