Viola: «Fusione necessaria, l'Europa decida in fretta»

Giovedì 30 Marzo 2017 di Rosario Dimito
Viola: «Fusione necessaria, l'Europa decida in fretta»
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Dottor Fabrizio Viola, la Bce ha chiesto business plan distinti per Pop Vicenza e Veneto Banca, voi avete inviato un progetto di fusione con il ricorso alla ricapitalizzazione precauzionale: perché?
«Avendo sforato i limiti srep (il processo di revisione e valutazione prudenziale da parte della Vigilanza, ndr), la Bce non poteva fare altrimenti. L'unica soluzione per il risanamento ed il rilancio delle due banche è un'operazione di fusione che dia vita ad una banca più forte, sana, efficiente, innovativa, radicata in una regione tra le più industrialmente sviluppate d'Europa, in grado di ritornare a servire bene la propria clientela. La banca fusa sarà in condizione di attrarre capitali privati, necessari per rimborsare l'intervento statale. Tutti obiettivi non perseguibili con una soluzione stand alone».
La Bce dove domani (oggi, ndr) lei e Carrus siete attesi, vi ha comunicato lo shortfall, ossia la carenza di capitale: 5 miliardi?
«La Bce non ci ha comunicato i fabbisogni di capitale che vengono determinati secondo un complesso calcolo. Le due banche hanno determinato lo shortfall derivante dal business plan a supporto del progetto di fusione. È al vaglio della Bce e pertanto non comunicabile all'esterno».
Al rafforzamento sembra che Atlante non partecipi?
«Atlante non ha ancora assunto una delibera. Allo stato, stante la dimensione dello shortfall da coprire, l'ipotesi più probabile è quella di una ricapitalizzazione pubblica».
Il rilancio era subordinato all'esito delle transazioni: non si è raggiunto il tetto dell'80%, quindi i rischi crescono?
«Aver di poco superato una percentuale di adesione del 70% è un risultato positivo, che riduce in misura assai significativa il rischio legale. Inoltre occorre sottolineare che, al netto del corrispettivo da pagare ai soci aderenti, permangono cospicui accantonamenti in bilancio a presidio del rischio residuo».
Non ci sono troppe incertezze, come la continuità aziendale, conversione dei bond, trattativa con le Autorità, emorragia dei depositi?
«Le incertezze sono consistenti e le abbiamo comunicate. Stiamo lavorando affinché queste incertezze si trasformino in certezze positive. È importante sottolineare che ciò dipende molto da decisioni al di fuori della nostra portata, che dovranno essere presto assunte dalle autorità».
A che punto è l'azione di responsabilità verso i vecchi amministratori?
«Il cda ha approvato la proposta, verrà depositata la settimana prossima. Considero il via libera a questa iniziativa e il buon esito dell'offerta di transazione due passaggi chiave per chiudere con il passato. Su entrambi i fronti fondamentale è stato il ruolo del Presidente Mion».
Quanto ritiene probabile il bail-in considerando l'atteggiamento poco collaborativo mostrato da Bce e Ue con l'Italia?
«In generale, la tempistica con la quale si affrontano le crisi bancarie in Europa deve essere accorciata. Dalle esperienze recenti è del tutto evidente che l'incertezza crea danni enormi: dalla fuga dei depositanti al crollo della reputazione degli istituti coinvolti. Non sono un fan degli Usa, ma il loro esempio è illuminante: in diverse occasioni hanno risolto la crisi in un week end. Rischio bail-in? Non voglio pensarci, sarebbe un disastro».
Vicenza ha comunicato che il 2016 si è chiuso con 1,9 miliardi di rosso, Veneto banca non ha deciso, perchè?
«Da tempo era previsto che Veneto banca approvasse i dati di bilancio pochi giorni dopo Vicenza: lo farà all'inizio della settimana prossima, nessun mistero».
Le perdite rendono ancora più difficoltoso il salvataggio: la soluzione è di creare una sola bad bank da 9 miliardi? Ma i soldi pubblici non possono finanziare le perdite accertate e realizzate.
«Una delle linee guida del piano è la pulizia del bilancio attraverso la cartolarizzazione di tutte le sofferenze ed il loro deconsolidamento, con relativo fabbisogno di capitale. Questo vale per entrambe le banche e la stima di 9 miliardi di sofferenze è attendibile. Secondo le norme, i capitali pubblici non possono finanziare le perdite accertate e realizzate. Secondo le nostre simulazioni che contano molto meno dei calcoli delle autorità competenti pensiamo che la banca soddisfi questa condizione. Tale valutazione ha supportato la richiesta di ricapitalizzazione precauzionale. Saranno le autorità competenti a decidere».
È vero che lei vuole lasciare?
«A dicembre i presupposti e le prospettive alla base della mia decisione di venire in Veneto erano completamente diversi da come poi si sono rivelati. Tuttavia, il senso di responsabilità mi fa sentire fortemente impegnato a completare il salvataggio delle due banche. Poiché questo avverrà con l'ingresso di un nuovo socio, pubblico, credo che tanto l'azionista quanto il sottoscritto dovranno fare le loro valutazioni e prendere le opportune decisioni».
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Ultimo aggiornamento: 09:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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