«Ero pieno di debiti, ma il sequestro
del bambino l'ha organizzato
un clan calabrese»

Lunedì 9 Febbraio 2015
«Ero pieno di debiti, ma il sequestro del bambino l'ha organizzato un clan calabrese»
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PADOVA - «Confesso». Il ristoratore padovano Massimo "Zebbra" Silvestrin, 40enne titolare gestore dello storico pub Zebbra e grande promoter di Este, ha deciso di vuotare il sacco e lo ha fatto prima con i giornali, il Corriere della Sera, tramite il suo avvocato.

Il 27 gennaio scorso Silvestrin è stato arrestato come "regista" del tentato sequestro di persona di un ragazzino, il nipote tredicenne di un noto imprenditore della birra a Thiene (Vicenza). L’hanno preso in flagranza con i suoi due complici: un camionista e il figlio, mentre attendevano il passaggio dell’auto della mamma con a bordo il 13enne secondo la Procura di Venezia e i carabinieri del Ros che lo stavano seguendo.

Ora è in carcere a Vicenza.

«Riconosco di aver fatto una sciocchezza - dice Silvestrin tramite il suo legale - Stavo vivendo molto male per alcuni problemi finanziari, di indebitamento e non riuscivo a venirne a capo. L’attività non andava più bene, mi sentivo abbandonato anche dalla famiglia, dopo aver lavorato per tutta la vita. E così, in dicembre, mi è venuta l’idea di risolvere tutto prendendo il figlio di Bassan. Ma senza fargli male...».

Perché proprio l'imprenditore Bassan?

«Conoscevo la famiglia, la casa e l’azienda: è un mio fornitore. Ero stato da loro più volte, andavo lì a firmare i contratti. Sapevo che erano benestanti... A lui dovevo 13mila euro ma non era quello il problema perché avrei firmato delle cambiali».

A gennaio Silvestrin decide di coinvolgere due amici, Gianfranco e Antonio Galani, un autotrasportatore il figlio disoccupato, contando sul comune disagio: bisogno di soldi. E lì fa tanti errori da principiante del crimine: parla del progetto con una sconosciuta, Stefania Paggin, giovane mamma in cerca di lavoro. Le offre un’occupazione singolare: complice di sequestratori.

La donna ha rivelato: «All’inizio parlava in modo vago di questo lavoro... poi mi ha mandato una persona a casa, con una pistola... Infine mi dissero cosa avrei dovuto fare: affiancare l'auto della mamma del ragazzo, farle vedere la pistola, costringerla a fermarsi. Dovevo portare il figlio in un casolare di campagna».

Stefania non ci ha pensato due volte, si è rivolta ai carabinieri e ha rivelato il piano. Ma Silvestrin attacca: «Quella donna racconta balle per interesse. Ci aveva detto che quel giorno avrebbe fatto il sequestro con i suoi amici calabresi esperti in materia, ma noi avevamo capito che c’era qualcosa che non andava. La mattina dell’arresto eravamo andati a Thiene sicuri che il sequestro non l’avrebbe fatto. Eravamo lì più che altro per verificare cosa ci fosse di vero».

In macchina gli hanno trovato due coperte, un cordino e un berretto, a casa di un complice il biglietto con scritto: «Prepara 600 mila euro, se tu segui le nostre indicazioni, lui è con te questa sera e nessuno gli fa del male. Dipende da te».

Silvestrin ha deciso di scrivere una lettera alla famiglia Bassan dove si dice pentito e dispiaciutissimo per la paura causata.

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 00:13

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