Arriva un commissario per
il salvataggio dell'Arena

Sabato 16 Aprile 2016 di Massimo Rossignati
Arriva un commissario per il salvataggio dell'Arena
VERONA - Arena di Verona, arriva il manager Carlo Fuortes come commissario della Fondazione per gestire il festival lirico che partirà il 24 giugno. A nominarlo, ieri, è stato a Roma il ministro di Beni culturali e del turismo, Dario Franceschini, che ha firmato il decreto di commissariamento per la Fondazione Arena di Verona. Una decisione che arriva dopo che lo stesso consiglio generale della Fondazione, presieduto dal sindaco Flavio Tosi, aveva chiesto con una lettera lunedì al ministro la messa in liquidazione dell'ente lirico ed il licenziamento dei 300 dipendenti, dopo il “no” dei dipendenti all'accordo sul rinnovo dei contratti per diminuirne i costi, necessario per poter aver diritto di accedere alla Legge Bray.
La decisione del ministro, però, non va nel senso di quanto avrebbe voluto il primo cittadino di Verona, che aveva affermato che il Comune era pronto ad organizzare direttamente il festival lirico di quest'estate e, soprattutto, che per la Fondazione la strada da prendere era quella della liquidazione, puntando per il futuro su una spa privatizzata. Una vicenda che a Verona ha visto negli ultimi due mesi contrapposti direzione della Fondazione ed organizzazioni sindacali, nonché i 300 dipendenti dell'ente lirico. Con l'ente subissato da quasi 30 milioni di debiti e che per questo non ha ancora potuto pagare gli stipendi di marzo. Ora, il ministro Franceschini, nominando commissario Fuortes «manager culturale che ha già gestito con grande professionalità ed efficacia la situazione di crisi dell'Opera di Roma», come ha precisato lo stesso ministro, per il momento accantona la liquidazione della Fondazione e riapre alla trattativa con sindacati e dipendenti. Fuortes svolgerà l'incarico gratis e continuerà anche nel suo ruolo di Sovrintendente al teatro Costanzi di Roma.
«È una buona notizia che scongiura una scelta assurda, quella della messa in liquidazione della Fondazione - dice Ivano Zampolli della Uil veronese - e che riporta tutti al tavolo delle trattative da dove spero si possa ripartire senza preclusioni e con i capisaldi che erano già stati raggiunti nell'accordo poi bocciato 132 a 130 dai lavoratori. Una cosa è certa, ed è che la strada è segnata, ed è quella dell'adesione alla legge Bray se vogliamo salvare la Fondazione e il festival lirico a Verona». «È un appello a cui tutti dobbiamo rispondere con serietà - fa eco Paolo Seghi della Cgil -. La liquidazione è stata scongiurata grazie all'azione del ministro Franceschini, ma ora tutti devono fare la loro parte, compreso il Comune di Verona».
«Ringrazio il ministro per la fiducia nuovamente dimostrata nei miei confronti - ha detto Fuortes -. Resta fermo il mio impegno, che conto di rispettare fino alla scadenza del 2020, al Teatro dell’Opera di Roma, per il quale continuerò a sviluppare il progetto gestionale e artistico che sta già producendo ottimi risultati. Per quanto riguarda la Fondazione Arena di Verona credo che la sua storia e notorietà, anche all’estero, siano indubbiamente un punto di forza dal quale partire».
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