ABANO TERME - Con l'arguzia che lo contraddistingue, Piero Ruzzante ha concluso ieri sera il suo intervento in aula con una sintesi che nessuno ha potuto smentire: «Per la prima volta la maggioranza del consiglio regionale del Veneto è contro Zaia. E l'altra notizia è che oggi io la penso come Zaia». La votazione che ne è seguita ha certificato la presa di distanza tra il centrodestra a traino Lega e il suo presidente in merito alla decisione di finanziare con 200mila euro all'anno il Centro per il cambio di sesso di Abano Terme. Con tre votazioni distinte, la maggioranza di centrodestra ha chiesto di modificare il provvedimento della giunta (ma il testo originario presentato dal capogruppo del Carroccio Nicola Finco chiedeva addirittura di ritirare la delibera e di destinare quei fondi alle fasce più deboli), di investire nella procreazione assistita (ma il testo originario della tosiana Giovanna Negro chiedeva di stanziare 200mila euro esattamente come per la clinica di Abano) e infine di curare come servizio pubblico solo i casi di ermafroditismo (mozione di Stefano Casali). Il paradosso è che a votare contro le tre mozioni del centrodestra, e quindi ad appoggiare la scelta della giunta di Luca Zaia di aprire il primo centro di riferimento regionale per i disturbi dell'identità di genere, è stata l'opposizione di centrosinistra, Pd e Liberi e Uguali in testa...
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