L'industria italiana perde competitività, solo il Nordest tiene il passo delle aree più avanzate.
Quanto all'andamento dei diversi settori, in generale il comparto che ha subito la contrazione più pesante del valore aggiunto è stato il coke e la raffinazione del petrolio (-38,3%). Seguono il legno e la carta (-25,1%), la chimica (-23,5%), le apparecchiature elettriche (-23,2%), l'energia elettrica/gas (-22,1%), i mobili (-15,5%) e la metallurgia (-12,5%). In controtendenza, invece, i macchinari (+4,6%), gli alimentari e bevande (+18,2%) e i prodotti farmaceutici (+34,4%). Il migliore comparto è quello estrattivo che, «sebbene possegga un valore aggiunto in termini assoluti relativamente contenuto», in 15 anni ha registrato un incremento del 125%.
A livello provinciale Milano (con 28,2 miliardi nel 2021 di valore aggiunto nominale, dato che incorpora l'inflazione) «rimane l'area più manifatturiera del Paese». La provincia che tra il 2007 e il 2021 ha registrato la crescita del valore aggiunto industriale nominale (quindi tenendo conto dell'inflazione e non al netto come riferito dalla Cgia per le regioni) più elevata è stata Trieste (+ 102,2%). Subito dopo Bolzano (+55,1%), Parma (+54,7%), Forlì-Cesena (+45%) e Genova (+39,5%). I territori, invece, dove le perdite di valore aggiunto sono state più importanti sono stati nel Sud e nelle isole.
Il comparto che nell'industria veneta che ha subito la contrazione negativa del valore aggiunto più pesante in questi ultimi 15 anni è stato quella della produzione e distribuzione dell'energia elettrica e del gas (- 31,5%). Seguono i mezzi di trasporto (- 17,3%), distribuzione acqua e trattamento rifiuti (-15,2 per cento), il mobile (-12,9%) e il legno/carta (-7,7%), e il tessile-abbigliamento-calzature (- 5%). Per contro, invece, i settori che esibiscono una variazione più positiva sono la raffinazione/chimica/farmaceutica (+ 10,2%) e la gomma/plastica /vetro/ceramica (+ 14%).
BENE IL COMPARTO ALIMENTARE
Tra tutti i settori, il migliore è alimentari/bevande: in 15 anni ha registrato un incremento pari al 47%. A livello provinciale Vicenza (con 11,5 miliardi di euro di valore aggiunto nominale, quindi compresa l'inflazione, nel 2021), rimane l'area più "manifatturiera" del Veneto. Seguono Treviso (9,3 miliardi) e Padova (8,3 miliardi). Tutte e tre sono tra le prime 10 province più industrializzate d'Italia. La variazione del valore aggiunto dell'industria in senso stretto più importante registrata tra il 2007 e il 2021 ha interessato la provincia di Padova con un ottimo + 34%. Tra le 7 province venete solo Rovigo ha subito una contrazione pari al - 6,3%.
M.Cr.