SACILE - I carabinieri? «Illegali», anzi un «corpo di occupazione straniero». Ne è convinto il Movimento di liberazione nazionale del popolo veneto. Ed è per questo che Massimiliano Moscatello, nato a Ciriè (To) 43 anni fa da famiglia padovana di Vescovana e residente a Sacile, quando i militari dell’Arma lo controllano legge la sua dichiarazione di sovranità. Lo ha fatto con i carabinieri di Caneva procurandosi una denuncia. Lo ha rifatto martedì con quelli di Sacile. Solo che stavolta è finito in manette per resistenza e ieri mattina è stato processato per direttissima. In aula però si è scusato ed è sceso a più miti consigli. L’arresto è stato convalidato dal giudice. Tornerà in aula il 1. settembre, perchè l’avvocato Cesare Tapparo ha chiesto termine a difesa.
Moscatello è un membro del Movimento, sostiene di essere cittadino del popolo veneto, non italiano. Martedì era assieme al padre, guidava una Citroen DS3 tappezzata di adesivi "serenissimi" e con la bandiera del leone di San Marco. Quando ha imboccato la bretella dell’A28, i carabinieri gli hanno intimato l’alt, gli hanno chiesto i documenti e si è rifiutato di esibirli rispondendo: «Sono in autodeterminazione, io quello che posso dire è la mia dichiarazione di sovranità».
Ultimo aggiornamento: 08:55
© RIPRODUZIONE RISERVATA Moscatello è un membro del Movimento, sostiene di essere cittadino del popolo veneto, non italiano. Martedì era assieme al padre, guidava una Citroen DS3 tappezzata di adesivi "serenissimi" e con la bandiera del leone di San Marco. Quando ha imboccato la bretella dell’A28, i carabinieri gli hanno intimato l’alt, gli hanno chiesto i documenti e si è rifiutato di esibirli rispondendo: «Sono in autodeterminazione, io quello che posso dire è la mia dichiarazione di sovranità».