Test, esami e (tele)visite: le farmacie del Veneto nella rete della sanità

In 3 anni erogati 10,5 milioni di tamponi, 930.000 screening e 73.000 accertamenti

Sabato 2 Marzo 2024 di Angela Pederiva
Test, esami e (tele)visite: le farmacie del Veneto nella rete della sanità

VENEZIA - Da dispensatrici di prodotti a erogatrici di prestazioni. È la trasformazione in corso nelle farmacie del Veneto, e in particolare nelle 1.200 associate a Federfarma, sempre più parte integrante del Sistema sanitario regionale: oltre a vendere i medicinali, infatti, in tre anni di sperimentazione i farmacisti hanno eseguito 10,5 milioni di tamponi e 160.000 vaccinazioni anti-Covid, ma hanno anche garantito 930.000 screening e 73.000 esami in telemedicina, giusto per citare alcune delle attività che ora Palazzo Balbi punta variamente a consolidare, implementare e sviluppare.

Una delibera approvata dalla Giunta, su proposta dell’assessore Manuela Lanzarin, svela pure l’intenzione di «valutare forme di convenzionamento» per rendere strutturali i servizi; finora i fondi statali e regionali coprono buona parte dell’offerta dell’area prevenzione, mentre gli accertamenti diagnostici di tipo cardiologico sono a carico dei pazienti.

IL PROGETTO
Frutto dell’accordo raggiunto in Conferenza Stato-Regioni, il progetto rientra nel nuovo modello organizzativo della rete sanitaria territoriale, per cui alcune prestazioni vengono erogate dai farmacisti in maniera integrata con quelle assicurate dagli ospedali e dai distretti sociosanitari. «I numeri della sperimentazione della “Farmacia dei servizi” in Veneto – dice Andrea Bellon, presidente regionale di Federfarma – confermano il ruolo centrale delle farmacie che, grazie alla loro capillarità sul territorio e al rapporto di fiducia instaurato coi pazienti, rappresentano il primo punto di riferimento per i cittadini. In Veneto questo modello sta dando risultati concreti. La recente delibera della Giunta regionale rappresenta un’ulteriore e fondamentale tappa del percorso verso un’integrazione strutturata e strutturale della rete delle farmacie all’interno del Sistema sanitario regionale».

DA CONSOLIDARE
Fra le attività già ben avviate, e da consolidare, spicca innanzi tutto lo screening del colon retto, a cui nel 2022 hanno aderito 1.280 farmacie venete, raccogliendo 932.319 campioni e coprendo il 56% della popolazione nel target 50-69 anni. Dal 2023 la Regione ha deciso di portare avanti il test, estendendolo alla popolazione dai 70 ai 74 anni e finanziandolo di tasca propria, anziché con le risorse statali, rendendolo così un’attività continuativa dei farmacisti, che per questo ricevono fra 3,85 e 4 euro più Iva (a seconda delle dimensioni aziendali) per ogni provetta consegnata al laboratorio nei tempi definiti. Ci sono poi i programmi vaccinali, che hanno visto 159.367 iniezioni contro il Covid a partire dal 2021 e altre 22.657 per l’anti-influenzale nella stagione 2022/2023, con un compenso di 6,16 euro per ciascuna inoculazione, più altre somme anche forfettarie per il ristoro degli oneri assunti per dotarsi di strutture e personale necessari alle campagne. Proseguirà poi l’esecuzione dei tamponi: 10.585.670 quelli effettuati contro Sars-CoV-2, attualmente a carico del cittadino al prezzo di 15 euro. Ma le tipologie di test erogabili possono comprendere pure la misurazione di glicemia, colesterolo e trigliceridi, così come di componenti del sangue e dell’urina. Oltre a questo, le farmacie hanno assicurato soprattutto agli anziani anche 74.209 prenotazioni al Cup in un anno e mezzo (ricevendo dalle casse pubbliche 1,20-1,30 euro per ognuna), nonché la distribuzione di farmaci e dispositivi come le eparine o l’ossigeno per conto delle Ulss (ottenendo 5,30-6,32 euro per ciascun prodotto).

DA IMPLEMENTARE
Il proposito è poi di implementare a livello regionale alcune sperimentazioni che hanno dato buoni risultati. Ad esempio la cosiddetta “riconciliazione farmacologica”, consistita nel seguire 479 pazienti (a 20 euro per scheda) per la corretta assunzione della terapia, magari dopo il ritorno a casa dopo le dimissioni dall’ospedale. Oppure le televisite (remunerate con 10 euro di fondi pubblici): 3.171 quelle erogate tramite un’app, per cui al paziente in farmacia sono stati controllati il ritmo cardiaco, l’apparato respiratorio o i problemi della cute, dopodiché le immagini e i dati sono stati inviati in tempo reale a un medico dell’Ulss, per la valutazione del caso. Nello screening del diabete non noto sono invece state coinvolte 30.722 persone, di cui 5.657 si sono sottoposte al test glicemico.

DA SVILUPPARE
Infine c’è l’idea di sviluppare, a spese del Servizio sanitario nazionale, la telemedicina attualmente a carico del paziente. È infatti possibile pagare 30 euro per effettuare in farmacia un elettrocardiogramma (ne sono stati erogati 4.891 fra il 2020 e il 2023), oppure 59 euro per un holter cardiaco (8.394) e pressorio (59.668). La refertazione viene svolta dagli specialisti che operano in regime privato.
 

Ultimo aggiornamento: 17:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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