«Gli italiani erano l’obiettivo principale» del commando bengalese che ha ucciso nove nostri connazionali. L’ipotesi «prevalente» è contenuta nell’informativa che i carabinieri dei Ros hanno inviato in procura. È probabile che, come accaduto per Nassiriya e in altre occasioni, ufficiali dei carabinieri presto vengano inviati a Dacca per indagare su quanto accaduto. Nella capitale del Bangladesh sono già presenti da ieri l’altro uomini dei servizi segreti italiani che stanno lavorando con americani e inglesi per ricostruire dinamica del massacro, mandanti e legami del gruppo jihadista.
Ciò che però per gli investigatori prende forma è l’obiettivo non casuale dell’azione svolta dentro un locale, la panetteria Holey, molto in voga e frequentatissima da italiani. Un’ipotesi, seppur «prevalente», che consente alla Farnesina di spargere cautela: «È certo che volevano colpire stranieri, ma è presto per dire che i nostri connazionali fossero l’obiettivo», sostiene il sottosegretario agli Esteri Benedetto della Vedova pochi mesi fa a Dacca dove ha incontrato anche la comunità italiana e alcune delle vittime della mattanza. «Cercavano non musulmani più che italiani», sostiene anche Fabrizio Cicchitto, presidente della commissione Esteri di Montecitorio.
Il dispositivo di intelligence ed antiterrorismo è a livello 2, uno step prima dell’attacco in corso. Resta il fatto che nella lunga notte che ha preceduto il blitz delle forze di sicurezza bengalesi, l’ipotesi avanzata ieri dai Ros era cominciata a circolare con una certa insistenza.
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