Grido d'allarme sulle coste malate
18 luoghi sono a rischio

Giovedì 30 Giugno 2016 di Vettor Maria Corsetti
Grido d'allarme sulle coste malate 18 luoghi sono a rischio
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Dighe e centrali idroelettriche, specie lungo il Piave, che togliendo acqua agli alvei naturali impediscono ai detriti e alla sabbia di raggiungere il mare aperto.(((corsettiv))) E poi una subsidenza di 3 millimetri all'anno su 140 chilometri di costa. Oltre a 18 punti su 40 nelle province di Venezia e Rovigo che, in una scala di priorità da 1 a 4, figurano al primo e al secondo posto con le qualifiche di rischio "molto alto" e "alto".
Non tutte le coste venete se la passano bene. E necessitano d'interventi strutturali, tanto di lunga durata quanto manutentori. I più urgenti nella zona faro della Lama di Revelino, a nord di Cortellazzo, a Pellestrina (che detiene comunque il primato non solo italiano del ripascimento più duraturo) e all'altezza della scanno di protezione di Sacca Scardovari. In un quadro d'insieme dove pennelli e barriere sommerse potrebbero ridurre la frequenza delle manutenzioni, da eseguire a cadenza periodica sempre e comunque.
Questi i risultati di "Gestione integrata della zona costiera. Studio e monitoraggio per la definizione degli interventi di difesa dei litorali dall'erosione nella Regione Veneto. Linee-guida": una corposa ricerca effettuata da Piero Ruol, Luca Martinelli e Chiara Favaretto del dipartimento di Ingegneria civile, edile e ambientale dell'Università di Padova, e presentata ieri a palazzo Ferro Fini dall'assessore regionale alla Difesa del suolo, Gianpaolo Bottacin. Che, prima di passare la parola ai tecnici, ha precisato come in materia, nel mondo, ci siano due linee di tendenza: lasciare che la natura faccia il suo corso o cercare di porre rimedio alle criticità. «Noi abbiamo optato per la seconda soluzione - ha detto - Ma prima d'ipotizzare soluzioni per la difesa del litorale veneto, i fenomeni andavano studiati e le criticità identificate. Il lavoro degli esperti dell'Ateneo padovano è nato proprio da questa necessità».
La parte conoscitiva dello studio suddivide in 20 celle morfologicamente omogenee i tratti di costa compresi tra le foci del Tagliamento e dell'Adige in provincia di Venezia (10), e dell'Adige e Po di Goro in quella di Rovigo (10). E prosegue con una fase progettuale, comprensiva della pianificazione d'interventi complessi entro 5-10 anni, suddivisi secondo un criterio di priorità.
I costi? «Un ripascimento richiede 10 euro per metro cubo. Le risorse sabbiose della fascia costiera sono in grado di fornire 320mila metri cubi all'anno, e 133 milioni di metri cubi le cave di mare, che però sono più costose - ha spiegato Bottacin - Gli interventi manutentori si tradurrebbero in una spesa di circa 5 milioni all'anno (il Pdl 62 prevede per l'esercizio finanziario 2015 un fondo implementabile di 3, ndr). Mentre l'intero piano ipotizzato dallo studio comporterebbe opere strutturali per complessivi 51,5 milioni. Una cifra impegnativa - ha concluso l'assessore - Ma dal momento che il ministro Galletti ci ha assicurato che finanzierà progetti seri per la tutela della costa, confidiamo nell'aiuto dello Stato».
Ultimo aggiornamento: 1 Luglio, 08:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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