Serracchiani: «Tristezza». Invocate le dimissioni da vice segretario Pd

Lunedì 5 Dicembre 2016
Serracchiani: «Tristezza». Invocate le dimissioni da vice segretario Pd
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TRIESTE - «Il giorno dopo rimane la tristezza. Il grande sforzo profuso per cambiare in meglio il Paese non è andato a buon fine ma il nostro impegno per l'Italia non finisce qui e rimarrà altissimo. Grazie a tutti quelli che hanno creduto assieme a noi in questa sfida». Sono queste le parole amare che la vicesegretaria del Pd a livello nazionale e presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani affida ai social commentando l'esito del referendum costituzionale. Nel Pd regionale non mancano in queste ore i mali di pancia in attesa dell'assemblea di partito che si terrà il prossimo 10 dicembre nel pomeriggio. Due consiglieri della maggioranza di centrosinistra in Consiglio regionale invocano infatti le dimissioni di Serracchiani da numero 2 di Matteo Renzi a livello nazionale. Si tratta di Mauro Travanut e di Enzo Martines.

Il primo dichiara: «Ho sempre messo in rilievo che le grandi opere ma anche le piccole non possono essere infastidite dal doppio incarico, e i doppi incarichi sviliscono l'una e l'altra cosa, per essere bravo in un settore - spiega contattato telefonicamente -  occorre dedicarsi completamente a quel settore e se poi lo stesso viene indicato da un voto popolare a maggior ragione ci si deve dedicare a quella cosa». «Non è da oggi che dico ciò - prosegue Travanut - la presidente della Regione faccia bene la presidente della Regione. Sul profilo temporale la stragrande maggioranza del tempo sia dedicata a ciò che accade in Fvg. Ne va a vantaggio della funzione che svolge qui e anche del Pd che dovrebbe avere nella sua segreteria persone che non hanno funzioni istituzionali di quel genere. Altrimenti fa male l'una cosa come l'altra». Più stringato Martines: «Ovviamente deve decidere lei, in questo scorcio di legislatura che ci manca da qui alla fine abbiamo bisogno di serrare i ranghi e spiegare ai cittadini i contenuti delle nostre riforme perchè forse i segnali non sono arrivati forti e chiari. Abbiamo bisogno della sua presenza qui. Lasciare la vicesegreteria può aiutare per seguire da vicino il percorso regionale».

«Dall'esito del voto referendario non ci devono né possono esserci conseguenze sul piano dell’amministrazione regionale. Il referendum si è spostato su un livello di confronto puramente politico e personale nei confronti del presidente del Consiglio Renzi, ma è bene ricordare a chi anche in Fvg cerca di mescolare le cose, che noi qui stiamo amministrando una Regione sulla base di un programma votato dai cittadini». Lo afferma il capogruppo del Pd, Diego Moretti.  «Quando la democrazia è messa in gioco, quando si usa la politica per mire squisitamente personali, la gente vota» attacca Barbara Zilli (Lega Nord).  «Serracchiani abbia almeno la dignità di fare retromarcia sulle Uti – le fa eco il segretario provinciale di Udine e sindaco di Corno di Rosazzo Daniele Moschioni-  visto che siamo l’unica Regione ad aver abolito le province anzitempo, mentre in Costituzione rimangono. Abbia quindi l’umiltà di fermarsi – dicono i due esponenti del Carroccio – e lasci il posto ad altri, che hanno più a cuore di lei il popolo friulano e giuliano». «Dopo la batosta delle amministrative, ecco un altro colpo ben assestato al Pd e a Serracchiani: quanto dovremo aspettare ancora perché si rendano conto del loro fallimento? Questo risultato – chiosa infine Zilli – parla chiaro: Serracchiani ha le ore contate, farebbe bene a togliere il disturbo».

Secondo la segretaria regionale del Pd Antonella Grim «i mille giorni di governo di Matteo Renzi hanno dato un impulso forte al Paese nel segno del rinnovamento e della crescita, che non vanno assolutamente sprecati né azzerati. Dobbiamo anzi ripartire da quanto realizzato fino ad oggi, facendo tesoro dell’entusiasmo e dell’impegno messi in questa campagna referendaria. In queste settimane ho visto, in Friuli Venezia Giulia  tanta voglia di fare, di crederci, anche e soprattutto tra i giovani, e ciò è un patrimonio prezioso che va coltivato e dal quale dobbiamo ripartire».
Ultimo aggiornamento: 6 Dicembre, 08:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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