Banche venete, i numeri e i paletti del piano di Intesa Sanpaolo

Martedì 27 Giugno 2017 di Maurizio Crema
Banche venete, i numeri e i paletti del piano di Intesa Sanpaolo
3

Banca Intesa fa i conti del salvataggio di Popolare Vicenza e Veneto Banca. Si prevede di chiudere 600 filiali su 982 e di ricorrere a 3.900 esuberi volontari: 2500 per il gruppo e il resto per le banche venete (11mila gli addetti totali). Uscite che verranno finanziate dallo Stato con 1,285 miliardi. Da subito Intesa inietta 5 miliardi di nuova liquidità per far ripartire la macchina del credito mentre gli analisti prevedono un aumento di utili nel 2020 di almeno 250 milioni, anticipazioni che fanno lievitare il titolo del gruppo del 3,52% in Borsa. Anche i bond senior di Pop Vicenza e Veneto Banca hanno tenuto un buon rialzo per tutta la giornata.

Sul passaggio però pesa una condizione decisiva: l'operazione non si perfezionerà se il decreto pubblicato domenica sera non verrà convertito in legge senza modifiche.

Il presidente Gian Maria Gros-Pietro in ogni caso respinge al mittente le accuse di aver ricevuto un regalo dallo Stato: «Intesa Sanpaolo prende a suo carico depositi e obbligazioni senior delle due banche venete, parliamo di circa 20-30 miliardi. Il prezzo di un euro è un prezzo simbolico. In realtà, le attività che noi riceviamo non sono in grado di coprire l'impegno che prendiamo». Insomma, c'è un rischio in questo che comunque appare come un affare. «L'intervento dello Stato non è a vantaggio di Intesa - aggiunge Gros Pietro - ma solo a pareggio degli oneri. Per questo la Dg Comp europea dice che non c'è distorsione della concorrenza». Quindi il modello piace e potrebbe servire per altre crisi tipo Carige con in campo questa volta Unicredit.
 
Il perimetro segregato di acquisto riguarda crediti in bonis non ad alto rischio per 26,1 miliardi, attività finanziarie per 8,9 miliardi e attività fiscali per 1,9 miliardi. A questi si aggiungono crediti in bonis ad alto rischio per 4 miliardi che Intesa ha il diritto di retrocedere alla bad bank rimasta in capo allo Stato se verranno riclassificati come sofferenze o inadempienze probabili entro il 2020. Sul fronte delle passività vengono rilevati debiti verso clientela per 25,8 miliardi, bond senior per 11,8 miliardi (esclusi dal burden sharing) e raccolta indiretta per 23 miliardi, di cui circa 10,4 miliardi di risparmio gestito. Intesa stanzierà complessivamente 60 milioni per il ristoro dei piccoli risparmiatori detentori di obbligazioni subordinate emesse dalle due banche. 

Il mercato apprezza: tutti i titoli bancari sono ben comprati e Intesa è tra i più vivaci con un + 4% in prossimità della chiusura. Gli analisti apprezzano diversi punti dell'operazione, dall'utilizzo delle imposte differite attive (dta) delle due venete all'impatto neutro sul capitale grazie ai quasi 5 miliardi dello Stato.

Oltre a Popolare di Vicenza e Veneto Banca, Intesa ha acquisito anche le partecipazioni in Banca Apulia e Banca Nuova nel Sud, in Sec Servizi (Padova, società informatica, Intesa ha già due centri dati a Sarmeola e Mestre), in Servizi Bancari e, subordinatamente all'ottenimento delle relative autorizzazioni, nelle banche con sede in Moldavia, Croazia e Albania più gli sportelli in Romania. Rimangono alle banche in liquidazione Bim e Farbanca più le partecipazioni in Arca.

Il contributo pubblico come apporto al conto economico è pari a 3,5 miliardi di euro non sottoposti a tassazione. Altri 1285 milioni serviranno per gestire i prepensionamenti su base volontaria nonché per altre misure a salvaguardia dei posti di lavoro quali il ricorso alla mobilità territoriale e iniziative di formazione per la riqualificazione delle persone. Tale importo sarà accantonato in un apposito fondo, tenuto conto degli effetti fiscali correlati all'utilizzo, e risulterà quindi neutrale per l'utile netto dell'esercizio.

Vengono emesse garanzie pubbliche, per un importo corrispondente a 1,5 miliardi dopo le imposte, per la sterilizzazione di rischi, obblighi e impegni che coinvolgessero Intesa Sanpaolo per fatti antecedenti la cessione o relativi a cespiti e rapporti non compresi nelle attività e passività trasferite. Le banche in liquidazione coatta amministrativa risponderanno dei danni derivanti dal contenzioso pregresso mentre le imposte differite attive delle banche acquisite (1,2 miliardi circa) sono pienamente usufruibili da Intesa Sanpaolo. Intesa può anche modificare il perimetro dell'operazione per ottenere le incondizionate approvazioni antitrust. La vendita sarà inefficace se il decreto Legge non sarà convertito in legge o modificato in modo da rendere più onerosa l'operazione.
Il gruppo Intesa, di fatto, ricomincia dal Veneto perché la prima grande aggregazione del Nuovo Banco Ambrosiano guidato da Giovanni Bazoli fu quella realizzata nel 1989 con la fusione della Banca Cattolica del Veneto, che portò alla nascita del Banco Ambroveneto.

Ultimo aggiornamento: 15:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci