La fuga del risparmio: i correntisti spostano i capitali nella vicina Austria

Mercoledì 24 Ottobre 2018 di Angela Pederiva
La fuga del risparmio: i correntisti spostano i capitali nella vicina Austria
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VENEZIA - Un villaggio austriaco di 2.046 abitanti, ai piedi delle Dolomiti di Lienz e a cinque chilometri dal confine italiano, sta diventando un nuovo Eldorado dei risparmiatori del Nordest. È infatti proprio a Sillian, stazione sciistica del Tirolo Orientale finora nota ai più per il record locale di irraggiamento solare, che ha sede la Raiffeisenbank della Val Pusteria, banca regionale autonoma che fa parte dell'omonimo gruppo nazionale e che è l'equivalente transalpino di una cassa rurale. Un istituto talmente sensibile ai capitali nostrani da citare i propri dipendenti italofoni, 7 su un totale di 53, tra i dati-chiave del proprio bilancio: consulenti finanziari formati per accogliere i risparmiatori in cerca a quanto pare non di chissà quali guadagni miracolosi, bensì di un forziere sicuro.

 

I NUMERI
Quello al civico 10 di Marktplatz, sempre più meta di veneti, altoatesini e friulani in fuga, non è un caso isolato. Basta fare un giro in uno dei tanti forum di finanza online per rendersi conto dell'entità del fenomeno. «Se un grande investitore va alle Cayman o a Malta, anche per sfruttare la loro fama di paradisi fiscali osserva un analista un piccolo risparmiatore si accontenta di trasferire il proprio gruzzolo in un posto vicino ma affidabile». Come appunto viene vista l'Austria, soprattutto agli occhi del Veneto, del Trentino Alto Adige e del Friuli Venezia Giulia. A certificarlo sono anche i dati ufficiali che abbiamo chiesto direttamente alla Oesterreichische Nationalbank, corrispondente alla nostra Banca d'Italia, secondo cui i depositi italiani nelle istituzioni finanziarie monetarie (e non) austriache hanno da tempo abbondantemente superato il miliardo di euro. Per quanto riguarda gli ultimi due anni, l'andamento si presenta piuttosto vivace, ora in crescita ed ora in calo con il passare dei trimestri, secondo un trend che statisticamente dovrà essere approfondito: 1.758 milioni di euro a dicembre del 2016; 1.896 a marzo del 2017; 1.301 a giugno; 1.296 a settembre; 1.547 a dicembre; 1.451 a marzo del 2018; 1.487 a giugno; 1.431 ad agosto; 1.196 a settembre. La cifra totale va letta come somma dei soldi custoditi nelle banche e di quelli affidati ad altri soggetti quali società non finanziarie, intermediari finanziari, assicurazioni e fondi pensione

GLI ISTITUTI
Evidentemente però sono gli istituti di credito a costituire, per i risparmiatori meno avvezzi al mondo della finanza, l'obiettivo più facile da centrare, attraverso l'apertura di un conto corrente o di un libretto di risparmio, da gestire poi a distanza attraverso l'home banking. Diverse le insegne variamente scelte negli anni: Bawag Psk, Unicredit Bank Austria, Erste Bank, Tiroler Sparkasse. Ed appunto Raiffaisen, che nella sua sede di Sillian e nelle altre sette filiali della zona propone un pacchetto appositamente destinato alla clientela italiana, come si può vedere dalla sezione dedicata sul sito web e da una pubblicazione mirata che si rivolge così ai potenziali correntisti: «I consulenti della Raiffeisenbank Sillian comprendono le Vostre esigenze in campo finanziario e parlano la Vostra lingua. Per noi è ovvio dialogare con Voi in italiano fluente». Ma cosa cercano i risparmiatori in trasferta? Da quello che si può capire, non certo rendimenti strabilianti né gestioni gratuite, tant'è vero che spese e commissioni risultano mediamente superiori a quelle generalmente applicate in Italia, bensì la sicurezza del deposito, anche a leggere ciò che afferma la stessa banca dell'Oberland: «La fiducia dei nostri clienti si basa, tra l'altro, sull'elevata stabilità politica ed economica dell'Austria e sulla nostra eccellente patrimonializzazione (ca. 30% CET1 ratio 2016)». Da notare il riferimento alla solidità del Paese, in aggiunta a quella dell'istituto, il cui gruppo aveva beneficiato degli aiuti di Stato a causa della crisi finanziaria internazionale.

LA DELOCALIZZAZIONE
Dopo la delocalizzazione delle aziende in Carinzia, ecco dunque il trasloco dei risparmi in Tirolo, in versione moderna (e soprattutto tracciata, dunque fiscalmente regolare) rispetto alle code registrate fra Italia e Austria nel 1992. Dopo il prelievo forzoso del 6 per mille a luglio e la svalutazione della lira a settembre, scattò la grande corsa dei nordestini per portare i contanti nelle banche austriache, tanto che in autunno i controlli a campione della Guardia di finanza lungo la Pontebbana avevano consentito di intercettare una media quotidiana pari a circa 2 miliardi del vecchio conio.
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