Restauri ville venete e contributi
gonfiati: è partito il processo

Mercoledì 2 Aprile 2014 di Gianluca Amadori
Villa Widmann Borletti a Bagnoli
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VENEZIA - Dieci persone sotto accusa - tra cui sei stimati imprenditori - per le presunte mazzette versate in cambio di corsie preferenziali e contributi "gonfiati" per il restauro e il recupero delle dimore storico-artistiche del Veneto. Il pm Paola Tonini ha chiuso l’inchiesta "Ville in saldo" chiedendo il rinvio a giudizio per i reati di corruzione e truffa nei confronti dell’Ente regionale Ville Venete e, ieri mattina, si è aperta la prima udienza davanti al gup di Venezia Antonio Liguori.



Il principale imputato è un funzionario dell’Ente, il veneziano Marco Brancaleoni, 45 anni, finito agli arresti domiciliari nel marzo del 2012, con l’accusa di aver percepito somme di denaro dai titolari di alcune ville venete in cambio di "aiuto" nel redigere le domande di accesso ai fondi regionali. Il pm Tonini ha offerto la disponibilità a valutare una proposta di patteggiamento, a patto che risarcisca il danno provocato e che rassegni le dimissioni. L’udienza è stata rinviata al prossimo 23 maggio.



Gli altri imputati sono il milanese Lorenzo Borletti, 57 anni, appartenente ad una delle famiglie più importanti del capitalismo italiano (fratelli Borletti, Rinascente), oggi noto viticoltore (è vicepresidente del Consorzio vino doc di Bagnoli) e proprietario di villa Widmann Borletti a Bagnoli, in provincia di Padova; Oreste Fracasso, 89 anni, ex presidente degli industriali di Venezia (e titolare delle omonime industrie), chiamato in causa per villa Soranzo, a Fiesso d’Artico; Alberto Bergamini, 69 anni, imprenditore nel settore delle pelli di Polesella, in provincia di Rovigo, che nel 1999 ha acquistato Villa Martelli Piccioli a Canaro; Marcello Bernardini di Verona, 66 anni, proprietario di villa Albertini Fraccaroli detta "Alberta" nel Veronese; Nicola Marzaro, 44 anni, di Curtarolo (Padova), proprietario di villa Ferramosca Sesso Beggiato a Barbarano di Grisignano di Zocco (Vicenza); Bruno Carraro, 58 anni, imprenditore di Aviano (Pordenone), titolare della Domovip e proprietario di villa Menegozzi Brazzoduro Carraro ad Aviano. Sotto accusa anche due professionisti, l’architetto padovano Ferruccio Tasinato, 46 anni e il geometra Stefano Guzzonato, 52 anni, di Fiesso, nonché la moglie di Brancaleoni, Chiara Catalano, 38 anni.



Secondo la Procura, Brancaleoni avrebbe ricevuto, tra il 2010 e il 2011, somme che vanno da 5 a 10mila euro per ogni pratica, in cambio dell’"aiuto" fornito ai proprietari delle ville (e ai loro professionisti) al fine di ottenere contributi più alti. Il funzionario dell’Ivv è accusato anche di istigazione alla corruzione per aver proposto la sua "collaborazione" anche ad Ennio Caggiano, proprietario di villa Bembo Da Mosto Mocenigo Molin di Dolo, il quale però rifiutò.
Ultimo aggiornamento: 3 Aprile, 09:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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