Regione: via dalla rete "Ready"
antidiscriminazione, è polemica

Mercoledì 30 Maggio 2018 di E.B.
Regione: via dalla rete "Ready" antidiscriminazione, è polemica
TRIESTE - «Le istituzioni scolastiche e le famiglie hanno strumenti sufficienti per insegnare e trasmettere i valori del rispetto e della diversità. Ogni altra iniziativa sul tema rischia di essere solo un indebito indottrinamento». Lo ha affermato l'assessore del Friuli Venezia Giulia al lavoro, famiglia e istruzione Alessia Rosolen, in merito alla decisione (assunta oggi in sede di Giunta) di recedere dalla rete nazionale delle Pubbliche amministrazioni anti discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere (Re.a.dy). Una posizione che si colloca "nel quadro - spiega una nota della Regione - di un complessivo riesame delle politiche regionali relative ai temi dell'inclusione sociale, delle pari opportunità e della non discriminazione. Ciò anche in considerazione del fatto che la rete Re.a.dy ha approvato nel 2017 un documento dichiarato vincolante per i partner che prevede una serie di attività, anche amministrative, aventi a oggetto esclusivamente le tematiche attinenti a lgbt". 

La decisione non è passata inosservata ma sta già sollevando un nuvolo di polemiche: «Prima giunta e primo passo del presidente leghista Fedriga verso l'intolleranza: ci si può nascondere dietro una cortina di parole ma questo è il segnale che da oggi in Friuli Venezia Giulia le minoranze di qualsiasi genere saranno meno garantite. Questo per chi non avesse chiaro cosa significa esattamente 'prima gli italiani': non-italiani sono tutti quelli che lui considera diversi» afferma la deputata del Pd Debora Serracchiani. Le fa eco la consigliera regionale dem Chiara Da Giau: "Prima i friulani, ma che non siano donne o giovani, o peggio ancora omosessuali. Tra le deleghe assegnate al nuovo Esecutivo regionale non non c'è alcun riferimento alle pari opportunità o alle politiche giovanili, dopo la sottolineatura fatta dal presidente rispetto alla tutela delle famiglie naturali, non tarda a dipanarsi il progetto discriminante e restauratore della nuova Giunta, che vuole riportarci a oscurantismi del passato». Ad intervenire su Facebook, anche l'ex assessore al lavoro e istruzione Loredana Panariti: « Indottrinamento? Apprendere i diritti umani? I diritti sono la base della democrazia e chiamare le persone e le discriminazioni col loro nome non significa fare gerarchie, come invece fanno loro».





 
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