Zaia: «Via al confronto col governo Lo Statuto non sarà nella trattativa»

Mercoledì 25 Ottobre 2017 di Angela Pederiva
Zaia a Porta a Porta
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VENEZIA - Per ora le comunicazioni sono mediate da agenzie, social network e interviste. Ma le prove tecniche di dialogo fra Luca Zaia e Paolo Gentiloni, pur a distanza, sembrano procedere senza intoppi, a giudicare dalla risposta del governatore all'apertura del premier: «Leggo in positivo le sue parole. Non mancheremo di fare la nostra proposta». Un'anticipazione in tal senso potrebbe arrivare già stamani dal Consiglio regionale, dove il leghista illustrerà il suo piano di battaglia.

Convocata alle 10 per il prosieguo delle votazioni sugli emendamenti alla riforma delle Ater, la seduta sarà sospesa mezz'ora dopo da Roberto Ciambetti, sfruttando una norma del regolamento che consente ai presidenti di Consiglio e Giunta di fare comunicazioni su argomenti non iscritti all'ordine del giorno. Seguirà dibattito in aula, probabilmente limitato ai soli capigruppo in modo da chiudere presto. «Entro un mese saremo pronti ad aprire la trattativa col governo. Il nostro atteggiamento sarà costruttivo nell'interesse nel Veneto, per risolvere lacerazioni create non solo dalla crisi ma anche da una visione odiosa della gestione del Paese». Tempi stimati? «Se c'è la volontà da entrambe le parti, possono essere più ragionevoli di quelli della pubblica amministrazione e delle pastoie della politica».

Zaia prova a raffreddare la temperatura, dopo le bollenti polemiche sulla richiesta dello statuto speciale: «Non è una provocazione, ma una rivendicazione dei veneti ormai da tempo e che ogni Regione è autorizzata a chiedere, attraverso un disegno di legge di modifica costituzionale». Argomentazioni ribadite in serata a Porta a Porta su Rai 1: «La richiesta di statuto speciale fa parte di una legge regionale che il Veneto reitera ogni anno e non c'entra nulla con il referendum nè con la trattativa che si aprirà con il governo». Infine la stilettata all'ex premier: «Renzi, che è una persona intelligente, aveva capito che arrivava questa stagione delle riforme e capendo questo pericolo, nel suo referendum aveva ridotto le competenze da 23 a 9».

 

Ultimo aggiornamento: 26 Ottobre, 11:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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