Regione, la cura dimagrante delle spa: società calano da 10 a 8

Sabato 25 Marzo 2017 di Alda Vanzan
Regione, la cura dimagrante delle spa: società calano da 10 a 8
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Quant'è dura, per la Regione Veneto, la cura dimagrante delle società partecipate. Due anni fa era stato varato in pompa magna un ambizioso piano di razionalizzazione, ma i buoni propositi si sono scontrati con le norme da rispettare, una massiccia dose di burocrazia e pure qualche ripensamento. Tant'è che dal 2015 ad oggi società che dovevano continuare ad operare (come Veneto Promozione) si sono viste calare la mannaia della dismissione. E altre che dovevano cessare (come la Marco Polo Immobiliare) improvvisamente sono diventate, se non strategiche, quantomeno utili. Il nuovo Piano operativo di razionalizzazione delle società direttamente e indirettamente partecipate - pubblicato ieri sul Bur - consta così di 14 società tuttora in vita, destinate nelle intenzioni di Palazzo Balbi a scendere a 8. Mentre le partecipate indirette, che due anni fa erano 69, dovrebbero calare a 20. Occhio: il piano del 2015 prevedeva di mantenere 10 partecipate dirette e 29 indirette.

Il vecchio piano (delibera di giunta 447 del 07/04/2015) prevedeva la soppressione delle società Immobiliare Marco Polo, Rovigo Expò (poi effettivamente cessata), Veneziana Edilizia Canalgrande; la dismissione della partecipazione nella società College Valmarana Morosini; la riduzione della quota percentuale di partecipazione regionale in Veneto Nanotech; il mantenimento delle seguenti 10 società: Autovie Venete, Concessioni Autostradali Venete, Finest, Rocca di Monselice, Sistemi Territoriali, Veneto Acque, Veneto Innovazione, Veneto Promozione, Veneto Strade, Veneto Sviluppo.

La delibera 324 dello scorso 22 marzo, portata in giunta dal vicepresidente Gianluca Forcolin, analizza ciascuna di queste società. Finest - Società finanziaria di promozione della cooperazione economica con i Paesi dell'Est europeo, costituita nel 1992 - nel piano di due anni fa doveva finire in Veneto Sviluppo, ma l'operazione si è rivelata impraticabile principalmente perché il valore della partecipazione potrebbe determinare un'eccessiva concentrazione del patrimonio di Veneto Sviluppo in rapporto all'investimento in Finest, tenuto conto che la finanziaria regionale è sottoposta alla vigilanza di Banca d'Italia. Ergo, Finest è stata declassata a società non più necessaria e strategica e quindi da dismettere. Discorso diverso per l'Immobiliare Marco Polo, nata nel 1997 per comprare, vendere e gestire immobili e terreni: due anni fa doveva morire, poi si è deciso di darle la gestione dei beni regionali siti nei Comuni di Monselice, Piazzola sul Brenta e Venezia, motivo per cui ci sarà una fusione per incorporazione con la società Rocca di Monselice. Marco Polo si salva, Rocca sparisce. E addio anche a Veneto Promozione: nel 2015 era salva, nel 2016 la giunta ha deciso che non serve più. New entry rispetto al 2015 è Veronafiere, che prima era un ente e dal 1. febbraio scorso è una società per azioni di cui la Regione ha lo 0,16% pari a poco più di 100mila euro: partecipazione che sarà mantenuta in quanto la spa è ritenuta strategica e necessaria.

Più corposo il piano di dismissioni delle società partecipate indirettamente da Palazzo Balbi e per la maggior parte detenute dalla finanziaria Veneto Sviluppo: l'idea è di passare da 69 a 20. Diciotto di queste sono in capo a Veneto Sviluppo, le altre due sono Ferroviaria Servizi (di Sistemi Territoriali) e Sifa (di Veneto Acque).
Ultimo aggiornamento: 13:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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