La Regione crea un nuovo ente: si chiama "Veneto Welfare" /Ecco cos'è

Martedì 11 Luglio 2017 di Alda Vanzan
La Regione crea un nuovo ente: si chiama "Veneto Welfare" /Ecco cos'è
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Ieri il consiglio regionale del Veneto ha istituito un nuovo ente. Si chiama Veneto Welfare e ha lo scopo di promuovere la previdenza complementare tra i cittadini. A volerlo è stato Antonio Guadagnini, il capogruppo di Siamo Veneto (ex Indipendenza Noi Veneto con Zaia) che si è battuto come un leone per portare a casa il risultato: nei corridoi di Palazzo Ferro Fini raccontano che Guadagnini avrebbe addirittura minacciato di uscire dalla maggioranza se il progetto di legge non fosse stato approvato e che adesso vigilerà sulla giunta perché la norma non rimanga in un cassetto.

Ignara (o perfettamente consapevole) del retroscena, l'opposizione - Pd, Mdp, M5s, Ap - ha avuto gioco facile a tuonare contro la maggioranza a traino leghista: «State facendo un nuovo carrozzone, state smentendo il programma elettorale di Zaia che voleva ridurre le partecipate e gli enti strumentali» (Piero Ruzzante, Mdp); «Ma come? Chiudete Veneto Promozione lasciando a casa dieci persone e adesso create un nuovo scatolone? Sarà il poltronificio del futuro, il welfare dei vostri politici trombati» (Marino Zorzato, Ap). Di fronte a queste accuse, la maggioranza si è distinta per un tombale silenzio. È intervenuta solo l'assessore al Lavoro Elena Donazzan (Fi) che, rispondendo al dem Claudio Sinigaglia, ha detto: «Sì, questa è una legge manifesto. Sì, è una rivoluzione dell'assetto sociale. Sì, le risorse economiche sono poche. Ma è un'iniziativa importante perché traccia uno scenario». Basta. Il resto della maggioranza, a parte un interventino finale della capogruppo della Lista Zaia, Silvia Rizzotto, sui tempi di verifica della legge, ha osservato un imbarazzato mutismo. Anche perché, da quanto si  racconta, pare che alcune delle osservazioni poste dalla minoranza fossero condivise dalla Lega. È il caso, ad esempio, della proposta formulata dal capogruppo del Pd, Stefano Fracasso, di non istituire un nuovo ente, ma di assegnare le competenze di promozione della previdenza complementare a Veneto Lavoro. Ma, così come aveva spiegato alla sua maggioranza, Guadagnini ha ripetuto anche all'opposizione che la nuova società s'ha da fare: «In Veneto Lavoro non ci sono le professionalità». E tanto è bastato a Zorzato (che poi si è sentito chiedere in aula da Guadagnini: «Ma hai bevuto») per rincarare la dose: «Ben messi siamo: Veneto Lavoro è fatto di incompetenti e i dirigenti regionali vengono a lavorare tardi».

Il modello cui si è ispirato Guadagnini è quello del Trentino Alto Adige. Veneto Welfare avrà un direttore e un revisore unico, ma potrà dotarsi di apposito personale (motivo per cui l'opposizione ha fatto presente che i 40mila euro di stanziamento nel 2017 non basteranno neanche per fare il bando per trovare il direttore). L'ente dovrà svolgere attività di informazione e di assistenza qualificata dirette a favorire la diffusione della cultura previdenziale. La giunta sarà inoltre autorizzata a concedere a lavoratori residenti nel Veneto, iscritti a fondi pensione di natura collettiva, contributi diretti ad assicurare per limitati periodi di tempo la copertura contributiva.

La legge approvata ieri a maggioranza (24 sì, 17 no, 3 astenuti) ha abrogato la legge numero 10 del 2007 intitolata Norme per la promozione della previdenza complementare nel Veneto, il cui articolo 2 era praticamente identico all'articolo 3 della nuova norma. Guadagnini puntualizza: «La legge di dieci anni fa non è mai stata applicata perché non c'era l'ente che doveva applicarla. Adesso abbiamo Veneto Welfare. Ma la giunta deve farlo funzionare».
Appunto.
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