Assenze e polemiche sospeso il dibattito sull’Azienda zero

Venerdì 29 Luglio 2016 di Alda Vanzan
Assenze e polemiche sospeso il dibattito sull’Azienda zero
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Il vicepresidente della Regione Veneto, Gianluca Forcolin, c’era, ma a conti fatti, visto il risultato dei suoi commenti su Facebook, era meglio che non ci fosse. Il big manager della Sanità, Domenico Mantoan, invece, non c’era e a causa della sua assenza la seduta del consiglio, dopo neanche un’ora, è stata sospesa, con tanto di monito del capogruppo della Lega, Nicola Finco: «Finché i dirigenti della giunta, che sono pagati, non vengono in aula, io non vado avanti». Ed ecco il sintetico resoconto della tredicesima seduta del consiglio regionale dedicato alla riforma sanitaria e all’istituzione dell’Azienda Zero. Che, a un anno dalla presentazione della proposta, ancora non decolla, mentre in Liguria non solo hanno copiato il modello veneto, ma l’hanno anche già approvato, tanto che dal 30 settembre sarà operativa "Alisa", acronimo di Azienda ligure sanitaria.

Il caso della Regione governata da Giovanni Toti è emblematico nel raffronto dei tempi di discussione e votazione dei provvedimenti. L’"azienda zero" ligure darà un'unica governance alle cinque Asl esistenti, che rimangono in vita, ma si svuotano di potere. Soppressa l'Agenzia sanitaria regionale (Ars) a cui subentrerà appunto Alisa. Il nuovo ente opererà sulla base di linee di indirizzo emanate dalla giunta, che ne nominerà il direttore generale e il direttore sanitario, ma nella prima fase sarà guidata da un commissario. Insomma, la fotocopia di quella che era, prima degli emendamenti, l’Azienda Zero veneta.

Quanto a Palazzo Ferro Fini, quella di ieri doveva essere una seduta tranquilla e proficua: il programma prevedeva l’approvazione del primo blocco di articoli, fino al numero 11, per rinviare alla prossima settimana l’accorpamento delle Ulss. Ma qualcosa è andato storto. A partire da Forcolin. Il vice di Zaia, che sui social network è attivissimo, ha pensato bene di postare una foto su Fb dell’aula consiliare nel momento in cui stava parlando il capogruppo del M5s, Simone Scarabel, e molti dei consiglieri di opposizione erano alle prese col telefonino e col computer. A fare che? Secondo Forcolin a perdere tempo. Testuale: «In consiglio ad ascoltare l’ostruzionismo della sinistra sulla riforma sanitaria. Anche oggi al mio posto!!! Qualcun altro sta cazzeggiando a quanto pare». Per poi specificare:«La Moretti sta messaggiando, la Zottis pure».

Il post di Forcolin su Fb non è passato inosservato, a più riprese da parte dell’opposizione è stato fatto notare che mentre la minoranza si è data da fare per apportare serie modifiche alla proposta di legge tanto che l’ostruzionismo è cessato, «un assessore» si lasciava andare in commenti fuori luogo. Tra tutti, è stato Piero Ruzzante, Pd, a lanciare la reprimenda: non è serio - ha detto - fotografare l’aula ed è ancor meno serio attribuire ai consiglieri comportamenti che potrebbero essere non veritieri: «Chi le dice che non stessero prendendo appunti? Quante volte anche lei era impegnato al pc o al telefono?».

E questo è il primo round. Il secondo è stato quando, approvato l’articolo 4 sul direttore generale dell’Azienda Zero, si è iniziato a vagliare l’articolo 5 sul Collegio sindacale dell’istituendo ente. Qui, da Marino Zorzato a Claudio Sinigaglia, è stato un crescendo di richieste di spiegazioni tecniche. Alle quali, però, non poteva essere data risposta perché in aula i tecnici non c’erano. A stigmatizzare l’assenza è stato Massimo Giorgetti, Fi, vicepresidente del consiglio regionale: «I dirigenti, che sono strapagati, dovrebbero essere in aula». E così si è arrivati alla bordata di Nicola Finco. Il quale prima ha "scaricato" Forcolin (che nel frattempo, sentiti gli attacchi, era uscito dall’aula) chiedendo «scusa se qualcuno ha esagerato su Facebook» e poi ha chiesto la sospensione dei lavori: «Finché i dirigenti della giunta, che non c’erano neanche ieri, non verranno in aula, io non vado avanti». E se Mantoan fosse stato impegnato? Replica bipartisan dall’aula: «Poteva mandare uno dei suoi».

Oggi si riprende. Intanto il Pd ha organizzato presidi con volantinaggi davanti agli ospedali.
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