Referendum, l'ultimo travaglio del PD, attesa per la posizione definitiva

Domenica 23 Luglio 2017 di Angela Pederiva
Referendum, l'ultimo travaglio del PD, attesa per la posizione definitiva
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VENEZIA - Ultime ore di travaglio per il Partito Democratico. Domani alle 19, nella sede regionale di Padova, la direzione dem dovrà partorire una posizione ufficiale e definitiva in merito al referendum sull'autonomia. Secondo indiscrezioni dovrebbe passare il documento del segretario Alessandro Bisato per un «sì critico e responsabile», ma ai voti verrà posto anche un ordine del giorno del presidente Giovanni Tonella che punta a coinvolgere i vertici nazionali del Pd in una valutazione sulle consultazioni di Veneto e Lombardia.
Inutile dire che, anche su questo tema, il ventaglio delle sensibilità dem è ampio e variegato. Volendo semplificare, ad un'estremità dello spettro c'è una portacolori del sì come la deputata Simonetta Rubinato («Il referendum consultivo è uno strumento di partecipazione democratica, ammesso dalla Consulta, con il quale i cittadini veneti potranno finalmente vincolare la classe di governo regionale e nazionale ad attivare il negoziato per attuare il regionalismo differenziato introdotto dalla riforma costituzionale del centrosinistra nel 2001»). All'estremo opposto c'è invece un alfiere dell'astensione, o al limite del no, come il consigliere regionale Graziano Azzalin («Respingiamo la consultazione- imbroglio di Luca Zaia, perché rappresenta una tappa fondamentale della sua strategia verso l'indipendenza: non servirà a niente, se non a garantire al governatore una campagna elettorale a spese dei veneti per la modica cifra di 14 milioni di euro»). In mezzo c'è appunto la terza via di Bisato, simile a quella imboccata dai sindaci lombardi di centrosinistra, indirizzata verso il sì ma passando attraverso «la necessità di smascherare la propaganda leghista».
Su quest'ultima strada si collocherebbe la maggior parte degli 80 componenti della direzione, allargata per l'occasione ai portatori di carica, com'è ad esempio il capogruppo regionale Stefano Fracasso, che ha inviato ai rappresentanti delle categorie economiche e sociali una nota che evidenzia le caratteristiche dell'agognato (da Zaia) modello Bolzano e sostiene la sua inapplicabilità per il Veneto: «Avremmo più dipendenti pubblici, la spesa pubblica diventerebbe insostenibile, la sanità registrerebbe più costi e meno efficienza. Per cui va bene il voto, ma senza ingannare i veneti: il problema vero è capire cosa fare dal giorno dopo. Per questo è quanto mai opportuno far uscire dagli slogan il dibattito sull'autonomia, una materia così importante non può essere strumento di banalizzazioni o, peggio, di tornaconti elettorali».
Ecco allora la quarta sfumatura. Il tentativo di mediazione proposto da Tonella mira a promuovere un incontro, entro l'inizio di settembre e con il contributo di giuristi, «tra gli organismi dirigenti del Pd lombardo, veneto e nazionale (la cui assunzione di responsabilità in questa fase politica non può assolutamente mancare) per affrontare l'indirizzo politico complessivo da assumere di fronte ai referendum consultivi del 22 ottobre». L'obiettivo è di arrivare alla trattativa con il governo «con una proposta credibile e realistica», attraverso un'attività di comunicazione «che metta in evidenza le ambiguità, i limiti e le bugie propagandistiche del significato che Zaia attribuisce al quesito referendario». Ultime ore di travaglio, domani il parto.
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Ultimo aggiornamento: 10:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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