Province, si eleggono in Veneto cinque nuovi consigli

Sabato 7 Gennaio 2017
Province, si eleggono in Veneto cinque nuovi consigli
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(R.Pol.) Urne aperte domani dalle 8 alle 20 per rinnovare 38 consigli provinciali. Trattandosi di elezioni di secondo grado, sono chiamati al voto (che avrà un peso ponderato) sindaci e consiglieri comunali. Tenuto conto delle 27 Province per le quali si è già votato tra settembre e dicembre, delle cinque che saranno chiamate ad esprimersi la prossima settimana e di una alle urne il 29 gennaio, nel complesso si tratta di una consultazione che interessa 71 enti, coinvolge 61.127 elettori in rappresentanza di 5.120 comuni, chiamati ad eleggere 842 consiglieri e 16 presidenti. Gli altri presidenti andranno invece a scadenza tra due anni.
Cinque gli enti veneti in cui si vota: Padova, Belluno, Rovigo, Vicenza e Verona. Non mancano le fibrillazioni, con liste trasversali agli schieramenti ed altre invece omogenee ad aree e partiti. E corsa alle preferenze senza esclusione di colpi. I 1284 elettori di Padova potranno scegliere tra tre liste. Una, che sostiene apertamente il presidente Enoch Soranzo, comprende Pd, Nuovo centrodestra, tosiani e Conservatori riformisti (padriniani). Un'altra, non ostile al presidente, raggruppa Forza Italia e qualche centrista. La terza, invece, di netta opposizione a Soranzo, è composta da Lega e Fratelli d'Italia.
Uno schema, con spaccatura dell'asse forzaleghista, che si riprone anche a Rovigo dove il clima è surriscaldato dalla confluenza di Pd e Forza Italia in un unico listone (Uniti per il Polesine) a sostegno del presiente Marco Trombini (centrodestra). Ma il sindaco leghista del Comune di Rovigo, Massimo Bergamin, ha mosso con decisione il Carroccio contro il listone bipartisan schierando un nuovo Centro Destra per il Polesine. «Queste ammucchiate danneggiano il nostro territorio e riducono la fiducia dei cittadini nei partiti e nella politica» tuona la Lega. «Al centro della nostra lista ci sono gli interessi del territorio e non dei partiti - ribatte il presidente Trombini, trovatosi a governare con una maggioranza di colore diverso da quella del suo schieramento -. Insieme siamo riusciti a fare un buon lavoro e la lista mista riflette con grande trasparenza quiesto clima».
Tre liste e 20 candidati consiglieri in lizza a Belluno per 10 posti a Palazzo Piloni. Campagna elettorale elettrica durante le festività natalizie con caccia al voto spinta e qualche polemica anche tra colleghi di lista per conquistare i voti dei 691 elettori. A Feltre e Belluno le maggioranze dovrebbero votare abbastanza compatte mentre appare più incerto il voto dei consiglieri di minoranza e il comportamento degli elettori dei comuni più popolosi della Valbelluna.
«I Sindaci e i consiglieri comunali - afferma il presidente dell'Upi Achille Variati - hanno fiducia in queste nuove Province e ne comprendono il ruolo, tanto che si mettono al servizio gratuitamente per amministrare al meglio i territori e partecipano attivamente alle elezioni. Eppure rischiamo di arrivare al paradosso di enti saldi dal punto di vista della governance istituzionale, ma in default finanziario a causa dei tagli insostenibili delle manovre economiche: allo stato attuale - sottolinea Variati - nessuna Provincia è infatti in grado di approvare i bilanci, e la legge di bilancio licenziata in fretta dal Parlamento ha lasciato irrisolto questo grave problema. Serve subito un decreto legge che risolva questa vera e propria emergenza, mettendo in sicurezza i bilanci e consentendo alle Province di continuare ad erogare quei servizi essenziali, a partire - conclude il presidente Upi - dalla gestione alla messa in sicurezza di strade, scuole superiori e ambiente, che noi sindaci consideriamo diritti ineludibili delle nostre comunità».
Secondo la legge Delrio gli organi delle nuove Province sono composti da: un Presidente di Provincia, che è un sindaco eletto dai sindaci e dai consiglieri dei comuni della Provincia (che resta in carica 4 anni); il consiglio provinciale, che è composto da sindaci e consiglieri comunali eletti da sindaci e consiglieri dei comuni della Provincia (resta in carica 2 anni); l'assemblea dei sindaci, che è l'organo in cui siedono tutti i sindaci dei Comuni della Provincia. Presidente sindaco, consiglieri provinciali e sindaci dell'assemblea, eletti dunque con votazioni di secondo livello, non ricevono indennità per amministrare queste istituzioni.
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