Ultimatum ai sindaci ma Bagnoli,
Agna e Cona protestano con Zaia

Martedì 2 Agosto 2016 di Nicola Benvenuti, Mauro Giacon
Situazione difficile nell'ex caserma di Bagnoli
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PADOVA - Da una parte i sindaci di Bagnoli, Agna e Cona che hanno in "pancia" i profughi. Nell’ex base missilistica del padovano hanno superato i 500. In quella poco lontana in territorio veneziano sono oltre 800, situazioni esplosive che hanno già registrato risse violente. In mezzo Agna, dove i rifugiati vanno a fare "shopping" per così dire, invadendola. Preoccupati per l’ordine pubblico ieri sono stati ascoltati dal presidente Zaia, mentre domani andranno dal ministro Alfano.

Dall’altra il prefetto di Venezia, Domenico Cuttaia, che ha bisogno di reperire spazi immediati per mille nuovi arrivi, e scrive ai sindaci della città metropolitana del suo territorio dicendo che ne toccano subito 175, e c’è un bando per 621 posti e 2,2 milioni di euro che scade giovedì. La richiesta ai comuni "che non hanno alcuna presenza di migranti sul proprio territorio" è di rispondere. E ciò vale anche per le altre province del Veneto, dove finora solo una parte dei sindaci si è resa disponibile a collaborare per l’accoglienza.

L’emergenza migranti che ha portato il Veneto a superare 11mila presenze sta stretta in due diverse esigenze. Lo stato deve piazzarli, il territorio deve vivere. «Stop all'arrivo di nuovi richiedenti asilo nei due centri». È chiara e dura la posizione del Governatore Luca Zaia che ieri ha ricevuto Gianluca Piva di Agna, Roberto Milan di Bagnoli e Alberto Panfilio di Cona. Nell'arco di pochi chilometri oltre 1.300 persone. A Bagnoli c’è ancora un po’ di spazio nelle palazzine, l’accoglienza è dignitosa, a Cona siamo oltre ogni limite «con una incidenza percentuale inaccettabile tra residenti e richiedenti asilo» dichiara Zaia per il quale «è necessaria una nuova progettualità per affrontare con serietà il problema, realizzando in Nord Africa le strutture di accoglienza per i veri profughi, che sono solo un terzo di coloro che sbarcano in Italia, lasciata da sola dall'Europa a gestire l'emergenza».

I sindaci a una voce ribadiscono: «Non vogliamo diventare il distretto dei profughi». E declinano gli argomenti affrontati durante l'incontro: «Abbiamo manifestato molte perplessità su come vengono gestiti gli aspetti sanitari e di ordine pubblico all'interno e all'esterno delle basi chiedendo anche l'impegno della Regione per un potenziamento della video-sorveglianza con investimenti nel nostro territorio, un supporto al personale della nostra polizia locale, delle verifiche sull'adeguatezza delle strutture, definite hub, rispetto ai piani urbanistici esistenti nei nostri comuni». Gianluca Piva, Agna, sottolinea: «Non siamo la discarica del Veneto». Roberto Milan, Bagnoli: «Mi aspetto 20mila euro per la videosorveglianza». Infine Alberto Panfilio, Cona: «Non è certo con strutture di queste dimensioni che si dà una risposta di carattere umanitario».

L’impressione è che la situazione non sia destinata a migliorare. Il territorio padovano ad esempio in una settimana ha visto aumentare le presenze da 2mila a 2.400 profughi. Soltanto negli ultimi quattro giorni ne sono arrivati 200.

 
Ultimo aggiornamento: 09:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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