Scandalo Mose, Baita e l'ex segretaria di Galan verso il processo

Sabato 29 Luglio 2017 di Gianluca Amadori
Claudia Minutillo con Giancarlo Galan
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Piergiorgio Baita finirà presto a processo per corruzione e false fatture nell'ambito dello scandalo Mose. La Procura di Venezia, dopo aver tenuto a lungo congelata la sua posizione, assieme a quella degli altri indagati che hanno collaborato con gli inquirenti, ha provveduto al deposito degli atti, la procedura che normalmente precede una richiesta di rinvio a giudizio. Assieme all'ex presidente della Mantovani costruzioni, 68 anni, di Mogliano Veneto, figurano il padovano Nicolò Buson, 61 anni, già direttore amministrativo della Mantovani; Claudia Minutillo, 53 anni, di Mestre, ex segretaria dell'allora Governatore del Veneto, Giancarlo Galan, e poi amministratrice di Adria infrastrutture, la società del gruppo Mantovani specializzata in project financing. E ancora Pio Savioli, 73 anni, di Villorba, già componente del Consiglio direttivo del Consorzio Venezia Nuova in rappresentanza del Coveco e Mirco Voltazza, 56 anni, di Polverara, l'uomo che convinse Baita di avere conoscenze ad alti livelli, anche nei servizi segreti, in grado di bloccare l'inchiesta. Nella lista non figura Giovanni Mazzacurati, l'inventore del sistema Mose, ovvero di un vorticoso giro di false fatturazioni gestito per molti anni per creare i fondi neri necessari a pagare mazzette a politici e tecnici al fine di garantire i necessari finanziamenti per poter completare l'opera: l'ex presidente del Consorzio Venezia Nuova, infatti, è stato giudicato non capace a seguito di una malattia che ha ridotto le sue capacità intellettive. E dunque, secondo la Procura non è processabile. La sua non imputabilità dovrà essere sancita da un giudice.
 
Gli atti dell'inchiesta a carico dei 5 indagati riempiono decine di faldoni che, fin dai prossimi giorni, saranno a disposizione dei difensori, gli avvocati Alessandro Rampinelli, Fulvia Fois, Carlo Augenti, Stefania Martin, Massimo Benozzati, Michele Pergola e Giorgio Pietramala. Il deposito degli atti è avvenuto a distanza di appena una settimana dalle arringhe al processo che si sta concludendo, di fronte al Tribunale, a carico di altri 8 imputati, tra cui l'ex ministro all'Ambiente, Altero Matteoli, dell'ex sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni: in quella occasione la Procura è stata pesantemente attaccata con l'accusa di aver dimenticato volutamente Baita, Minutillo & C. L'avvocato Emanuele Fragasso, in particolare, ironizzò parlando di bondage giudiziario nel quale sono stati tenuti incaprettati gli indagamoni, un mix tra indagati e testimoni, tenuti alla mercé dei pm, con rischio di prescrizione: alcuni di loro si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, impedendo un pieno diritto alla difesa.

La Procura non ha replicato a parole, ma chiudendo le indagini anche nei confronti degli indagati dimenticati. Con molte probabilità alcuni di loro chiederanno di patteggiare in continuazione con la precedente sentenza per false fatture che risale al 2013: in questo modo se la potrebbero cavare con un aumento di pochi mesi rispetto alla pena a loro inflitta all'epoca: un anno e dieci mesi per Baita, 16 mesi per Minutillo, 14 mesi per Buson.
Tra i 27 capi d'imputazione per i quali, a vario titolo, vengono chiamati in causa ci sono quelli relativi alla contestata corruzione di Galan e dell'allora assessore regionale Renato Chisso (che hanno patteggiato). Voltazza è principalmente accusato di false fatture e di millantato credito.
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