Pensioni, 2 su 3 sotto i mille euro
Sono settemila gli assegni "d’oro"

Giovedì 15 Ottobre 2015 di Melody Fusaro
Pensioni, 2 su 3 sotto i mille euro Sono settemila gli assegni "d’oro"
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Ben più di due terzi dei pensionati veneti - per la precisione, il 70 per cento abbondante - non arriva a mille euro al mese. E tra questi, nelle tre fasce più basse, cioè fino a 750 euro, ci sono 108mila persone che potrebbero percepire qualche decina di euro in più (da 25 a 125 circa) ma neppure lo sanno, anche perché l’Inps non invia loro a casa le buste paga.



I dati derivano dal confronto incrociato tra gli ultimi numeri Inps sulle pensioni venete e il dossier preparato dal sindacato Spi-Cgil per lanciare la campagna di recupero del denaro dovuto agli anziani inconsapevoli. Sono quasi un milione e 441mila i pensionati veneti. Più di settemila "d’oro", grazie a un assegno mensile superiore ai quattromila euro. Ottantatremila si posizionano nella fascia da duemila a quattromila euro (ma quasi 69mila di loro sono sotto i duemila euro), 341mila percepiscono tra mille e duemila euro e appunto oltre un milione restano sotto la soglia dei tre zeri, pericolosamente vicini o nel pieno dell’emergenza povertà.



Capitolo delicato è quello delle integrazioni che sono «dovute» ma che bisogna chiedere espressamente. In particolare nella fascia fino a 750 euro al mese. Pochi pensionati sanno di averne diritto e quindi, inconsapevoli, rinunciano a farsele liquidare. Per dare una dimensione al fenomeno, peggiorato da quando, nel 2013, l'Inps ha smesso di inviare a casa le buste paga, sarebbe sufficiente dire che in un anno Spi-Cgil del Veneto, controllando le pensioni, è riuscita a far recuperare circa un milione di euro, tra assegni al nucleo familiare, quattordicesime, integrazioni al trattamento minimo, somme e importi aggiunte.



Il calcolo del sindacato è che tuttora quasi 110 mila pensionati avrebbero diritto a un rimborso da parte dell'ente previdenziale. Dalle verifiche degli anni passati è emerso che un percettore su tre, in queste fasce, aveva diritto al rimborso e all'integrazione. Le maggiorazioni potrebbero portare ad un aumento da un minimo di 25,83 euro a un massimo di 124,44 euro mensili. Importo che, in molti casi, si può recuperare con gli arretrati fino ai 5 anni.

Tra i principali «diritti inespressi», come vengono chiamati, ci sono le integrazioni al minimo (destinate ai pensionati che prendono meno di 502,39 euro al mese, in presenza di determinate condizioni di reddito) e la maggiorazione sociale, per pensioni più alte e a scaglioni in base all'età. Con la pensione di dicembre, poi, c'è chi avrebbe diritto a un bonus aggiuntivo di circa 155 euro. Infine, c'è chi non ha mai saputo di poter chiedere la quattordicesima.

Per questo motivo lo Spi-Cgil ha lanciato la campagna «Controlla la tua pensione in cento piazze», con esperti che gireranno l’intera regione per controllare le buste paga. L'iniziativa è partita a Treviso e continuerà fino al 15 novembre: nelle principali piazze del Veneto gli addetti Spi, che possono accedere alle voci della busta paga, punteranno a scovare possibili rimborsi. «Si tratta di pensionati che percepiscono meno di 750 euro lordi quindi spesso sotto la soglia di povertà - commenta Rita Turati, segretaria generale Spi Cgil Veneto -. E cento euro in più al mese possono fare la differenza. Noi stiamo lottando da tempo contro la decisione di non mandare a casa la busta paga perché, a differenza del Nord Europa, qui sono pochi gli anziani che usano il computer. Questo è un atteggiamento vessatorio delle autorità verso i pensionati italiani, che possono perdere dei soldi perché non sanno di averne diritto. Ed è assurdo che un diritto non venga riconosciuto automaticamente, senza bisogno di farne richiesta. Quindi li raggiungeremo noi in piazza».



In tale contesto, il controllo della pensione può far emergere anche grandi somme avanzate dal pensionato, pure quando l'Inps non sia direttamente coinvolta. Lo scorso anno, per esempio, a causa di alcuni errori di calcolo non dipendenti dall'Ente previdenziale, un 72enne trevigiano, grazie agli esperti del sindacato ha recuperato una somma di poco inferiore ai 50 mila euro.
Ultimo aggiornamento: 11:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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