Capogruppo Pd, tre candidati in corsa per il "dopo Moretti"

Domenica 8 Gennaio 2017 di Alda Vanzan
Capogruppo Pd, tre candidati in corsa per il "dopo Moretti"
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Il vicentino Stefano Fracasso, il rodigino Graziano Azzalin, il padovano Claudio Sinigaglia. Il nuovo capogruppo del Partito democratico in consiglio regionale del Veneto, dopo le dimissioni di Alessandra Moretti, sarà uno di questi tre. In queste ore è in corso una consultazione condotta da Bruno Pigozzo con l'obiettivo di arrivare, se non ad un unanimismo, almeno ad una sintesi, evitando spaccature plateali. Se nessuno dei tre si ritirasse, sulla carta risulterebbero infatti più o meno tutti a pari merito. Ed è per questo che Pigozzo, ritenuto il più istituzionale dei nove consiglieri se non altro per la carica di vicepresidente dell'assemblea legislativa, sta cercando una sintesi in vista della riunione di domani a mezzogiorno e mezzo a Padova quando sarà votata e ufficializzata la scelta.
Al rinnovo del capogruppo si è arrivati dopo il cosiddetto incidente indiano: mentre a Palazzo Ferro Fini era in corso la sessione sul bilancio, la capogruppo Moretti era in India al matrimonio di un imprenditore orafo amico di famiglia. A qualcuno lo aveva detto, altri invece sapevano solo che era malata e quindi la immaginavano a letto a casa. Fatto sta che più che in gruppo, è stato nella sua Vicenza che il caso politico è deflagrato e alla Moretti, dopo le scuse, non è rimasto che dimettersi. Dimissioni che hanno tolto dall'imbarazzo i colleghi consiglieri democratici e il rischio di un voto di sfiducia. Passato Natale e Capodanno, a metà di questa settimana il gruppo si è riunito a Padova ed è stato in quella occasione che, a sorpresa, Moretti ha espresso un gradimento politico nei confronti di Azzalin. Se vogliamo davvero cambiare e dare una segnale di discontinuità dovremmo puntare su Graziano - sarebbe stato il ragionamento dell'ex capogruppo. Azzalin, effettivamente, non ha mai nascosto perplessità nei confronti della conduzione politica del gruppo consiliare, esprimendo in tempi non sospetti forti critiche. E in questi giorni ha rincarato: «Ci vuole meno sudditanza, il Pd non si sta proponendo come vera alternativa di governo e se scimmiottiamo la maggioranza siamo condannati alla subalternità», ha scritto sul proprio profilo Facebook, ufficializzando di fatto la candidatura. I maligni, tuttavia, danno un'altra lettura dell'inaspettato appoggio di Moretti al candidato rodigino anziché al conterraneo Fracasso ed è una lettura legata proprio al fatto che nell'incidente indiano il partito vicentino ha di fatto scaricato la capogruppo.
Stefano Fracasso, in ogni caso, al momento è della partita. E Claudio Sinigaglia pure per due motivi: è gradito da alcuni consiglieri e potrebbe eventualmente spuntarla come mediazione tra Fracasso e Azzalin. Le aree politiche dei tre: nessuno è renziano della prima ora; Fracasso era dell'area di Letta e ora viene collocato con il ministro Martina; Azzalin è con i Giovani Turchi del ministro Orlando e di Orfini (che non sono renziani ma stanno in maggioranza con Renzi); Sinigaglia è dell'ex area popolare padovana con il senatore Santini. Possibili scenari: se passasse Fracasso, pare di capire che Ruzzante resterebbe capogruppo; Azzalin raccontano che abbia in mente un ticket con una collega consigliera (Salemi o Zottis, peraltro le uniche del gruppo a non avere incarichi) per dare un segnale di discontinuità; non è escluso neanche un ticket Azzalin-Sinigaglia. Va da sé che, fatto il nuovo capogruppo, verrebbero riviste anche altre posizioni nelle commissioni. Quanto alla Moretti, la richiesta sarebbe di un ruolo politico di collegamento con il governo romano.
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