Ottimismo ai minimi storici, si teme l'aumento della pressione fiscale

Lunedì 22 Maggio 2017 di Natascia Porcellato
Ottimismo ai minimi storici, si teme l'aumento della pressione fiscale
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Futuro fosco, secondo i dati elaborati da Demos per l’Osservatorio sul Nord Est del Gazzettino. Nei settori sui quali è stata interrogata l’opinione pubblica, infatti, è una minoranza ad aspettarsi un miglioramento nei prossimi 12 mesi. Il 21% dei nordestini ritiene che l’economia andrà meglio, mentre per la sicurezza personale e l’ordine pubblico lo stesso atteggiamento si ferma al 18%. Un’attesa che le cose vadano meglio in relazione al proprio reddito, invece, interessa il 14% degli intervistati, ma pensando alla pressione fiscale la quota di ottimisti si riduce ulteriormente (10%).

Le aspettative verso il futuro sono fondamentali. Avere un atteggiamento positivo fa agire in modo positivo: si investe, si rischia, si programma il futuro. Avere un atteggiamento negativo, invece, spinge ad agire in maniera negativa: si limitano al minimo gli impegni, si cercano sicurezze, si vive “alla giornata”. 
Nel Nord Est, l’ottimismo sembra essere ridotto al lumicino. La pressione fiscale è quella in cui chi si attende un peggioramento (48%) o quanti ritengono non cambierà nulla (36%), limitano di più l’incidenza di quanti hanno una visione positiva (10%). Guardando alla serie storica, vediamo che, rispetto al 2001, quando gli ottimisti erano intorno al 19%, la percentuale oggi è quasi dimezzata. L’attesa di un miglioramento della pressione fiscale tende a crescere soprattutto tra anziani con oltre 65 anni (13%), pensionati (17%) e casalinghe (13%). 
Per quanto riguarda il reddito personale, il 22% pensa che nei prossimi 12 mesi ci sarà un peggioramento, mentre la maggioranza (56%) non si attende mutamenti. Quanti sono convinti che la propria condizione reddituale migliorerà si fermano al 14% (valore sostanzialmente stabile rispetto al 2016, ma in calo di 8 punti percentuali guardando al 2001). A mostrare un più ampio ottimismo sono in misura maggiore le persone di età centrale (45-54 anni, 21%) e i giovani con meno di 25 anni (25%). Se consideriamo la condizione socio-professionale, invece, emerge una maggiore positività tra operai e liberi professionisti (entrambi 18%), disoccupati (20%) e studenti (23%), imprenditori e lavoratori autonomi (35%). 
La sicurezza personale e l’ordine pubblico, elementi sempre al centro del dibattito politico del Paese, sono oggetto di un’attesa di peggioramento da parte del 32% dei nordestini, il 47% non pensa ci saranno grandi cambiamenti, mentre il 18% prevede un miglioramento. Se consideriamo la serie storica, possiamo vedere un calo dell’ottimismo sia rispetto al 2016, sia rispetto al 2001 (rispettivamente: -3 e -7 punti percentuali). A mostrare un atteggiamento più positivo sono i più giovani (23%) e gli anziani (28%); una presenza superiore alla media di pensionati (31%) e studenti (23%), oltre alle casalinghe (21%). 
Infine, l’andamento dei prossimi 12 mesi in economia vede il 31% di pessimisti, mentre il 44% non pensa ci saranno grandi cambiamenti. L’ottimismo, invece, interessa il 21% dei nordestini, un valore sostanzialmente in linea con quanto rilevato nel 2001, ma inferiore di 5 punti percentuali guardando all’anno scorso. Ad attendersi un miglioramento in economia sono soprattutto gli under-25 (30%), le persone di età centrale (25%) e gli over-65 (28%). Tra le categorie socio-professionali, invece, quelli maggiormente ottimisti per l’andamento dell’economia nel prossimo anno ritroviamo pensionati (25%), studenti (34%), oltre a imprenditori e lavoratori autonomi (33%). 
Ultimo aggiornamento: 23 Maggio, 07:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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