Orsi, minacce al presidente Maurizio Fugatti ma il Trentino non cede: «Ne abbattiamo 8 l'anno»

Giovedì 8 Febbraio 2024 di Angela Pederiva
Orsi, minacce al presidente Maurizio Fugatti ma il Trentino non cede: «Ne abbattiamo 8 l'anno»

L'abbattimento dell'orso M90 è solo il primo (nel 2024) di una serie. Il presidente Maurizio Fugatti continua a ricevere minacce, anche di morte, ma la Provincia autonoma di Trento è determinata ad approvare in tempi rapidi il disegno di legge che mira a consentire di uccidere fino a 8 esemplari problematici all'anno: il testo andrà in aula il 4 marzo, motivo per cui oggi in commissione Caccia si terranno già le audizioni. «Si tratta del frutto di un accordo con il Governo», aveva assicurato l'assessore proponente Roberto Failoni (Lega), ma la deputata Michela Vittoria Brambilla (Noi Moderati) ha ribattuto: «Mi rifiuto di credere che il Governo possa avallare un ddl come quello presentato dalla Giunta, e all'ordine del giorno del Consiglio provinciale, che prevede una strage sistematica di animali di specie strettamente protetta».

LA TENSIONE

La stessa parlamentare, come numero uno della Lega italiana per la difesa degli animali e dell'ambiente, ha anticipato che presenterà un esposto alla Procura per il caso di M90. La denuncia nei confronti di Fugatti, oltre che del Corpo forestale, è invece già stata formalizzata dal Partito animalista europeo: «Li ho querelati per uccisione di animali, istigazione a delinquere e concorso nel reato», ha dichiarato il leader Stefano Fuccelli. «Vogliamo capire l'iter seguito dall'amministrazione sul caso dell'orso M90 e pertanto annunciamo una istanza d'accesso volta ad ottenere tutti gli atti relativi alla vicenda», ha aggiunto il Codacons. Sono giorni di tensione a Trento. In occasione della seduta consiliare di ieri, le forze dell'ordine sono state schierate all'ingresso del Palazzo, dove il presidente Claudio Soini e gli esponenti di maggioranza Claudio Cia e Walter Kaswalder hanno espresso solidarietà a Fugatti e al suo staff per le intimidazioni ricevute anche dalla segreteria: «Siamo alla follia».

IL PROGETTO

Intanto il progetto di legge va avanti, forte di una relazione dell'Ispra secondo cui l'attuale popolazione, pari a un centinaio di orsi, potrebbe salire in 15 anni a 250 e oltre. Il gruppo trentino della Lega si è detto convinto che l'iniziativa «vada nella giusta direzione di garantire la pubblica sicurezza e la tutela dell'economia di montagna», mentre per il deputato verde Francesco Emilio Borrelli «l'abbattimento non può e non deve essere la soluzione». Tecnicamente la Povincia vuole modificare la norma del 2018 sulla conservazione degli habitat naturali e della fauna selvatica. La proposta stabilisce che "il numero massimo dei capi di cui è consentito l'abbattimento è definito annualmente sulla base di valutazioni tecnico scientifiche", disponendo "per il 2024 e il 2025, in base all'analisi demografica condotta dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale", che per la specie Ursus arctos il tetto sia determinato "nel massimo di otto esemplari all'anno, di cui non più di due femmine adulte e non più di due maschi adulti". L'ufficio legislativo del Consiglio provinciale ha ricordato che è tuttora pendente il rinvio del Tar di Trento alla Corte di giustizia europea di una questione dirimente: bisogna cioè capire se la condizione che "non esista un'altra soluzione valida", per poter procedere con l'uccisione, «debba essere interpretata come impossibilità oggettiva e non temporanea o meno». Ma il procedimento non si ferma, tanto che stamattina saranno ascoltati in commissione quasi una trentina di portatori di interesse, non solo animalisti, ha puntualizzato la presidente (e cacciatrice) di centrodestra Vanessa Masè, «perché anche coloro la cui voce purtroppo spesso non fa abbastanza rumore, come ad esempio pastori, allevatori, apicoltori o i rappresentanti delle proprietà collettive, possano essere opportunamente rappresentati». Per questo motivo sarà ricevuto anche il Comitato "Andrea Papi", che si è costituito in memoria del 26enne ucciso il 5 aprile 2023 dall'orsa Jj4 nei boschi del monte Peller. «Noi siamo sempre stati contrari agli abbattimenti degli orsi, ma siamo propensi a fare in modo che i boschi tornino fruibili alla popolazione: se Andrea fosse stato adeguatamente informato sulla presenza di orsi pericolosi, non si sarebbe mai messo in una situazione di pericolo», ha commentato suo padre Carlo, definendo comunque l'uccisione di M90 «un'azione forte e concreta per la popolazione della Val di Sole, che da anni aspettava un segnale».

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