TRIESTE - Bandiere arcobaleno della pace, grandi cartelli a favore dell'integrazione, scritti in italiano e in sloveno per cementare la vicinanza tra le due comunità, bandiere della Palestina, e lo striscione «Verità per Giulio Regeni» che apriva il corteo (in italiano, inglese e sloveno). La marcia della pace a Trieste, città adottiva per il ricercatore che nel capoluogo giuliano aveva studiato, ha avuto oggi un significato particolare. Il corteo è partito alle 15.30 da Piazza Oberdan per concludersi in piazza Sant'Antonio con testimonianze, riflessioni di solidarietà alle persone, di Trieste e del mondo, che vivono situazioni difficili di ingiustizia, povertà e guerra. Soprattutto dopo le parole pronunciate ieri sera dal Presidente della Repubblica Mattarella proprio su Regeni: alla manifestazione, promossa dal Comitato Pace Convivenza e Solidarietà Danilo Dolci assieme ad altre associazioni, hanno partecipato duecento persone circa tra le quali molti migranti. Il corteo, da piazza Oberdan, ha sfilato per le strade del centro fermandosi di tanto in tanto nei luoghi significativi della storia di sofferenza della Seconda Guerra Mondiale per consentire interventi di riflessione sul collegamento tra le guerre di ieri a Trieste e quelle di oggi nel mondo, in primis quelle siriane e nel Medio Oriente in generale. «È particolarmente importante ricordare Giulio Regeni a questa manifestazione - ha commentato Gianfranco Schiavone, responsabile dell'Ics, Consorzio italiano solidarietà - questa è una città simbolo, anche se in negativo per l'insensibilità della politica triestina alla vicenda di Giulio».
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