Nuova beffa per i precari: paghe
in ritardo. Da settembre senza soldi

Mercoledì 20 Gennaio 2016 di Alberto Terasso
Nuova beffa per i precari: paghe in ritardo. Da settembre senza soldi
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VENEZIA - Un calvario. Oltre cinque mesi senza stipendio, un carico di promesse e la data fatidica che si avvicina e poi si allontana. Un miraggio. La giornata del 19 gennaio, solenne promessa governativa, è passata: era il giorno in cui dovevano essere essere saldati i pagamenti per i precari della scuola. Serve pazienza, tanta pazienza per affrontare qualcosa che ricorda molto da vicino la presa in giro. Passato il 19 gennaio, compare, sempre sul portale della pubblica amministrazione, una stringata comunicazione: «Il 15 gennaio 2016, il sistema NoiPa - si legge - ha effettuato un’ulteriore emissione speciale per la liquidazione di oltre 23.700 contratti di supplenza breve o saltuaria. L’operazione ha interessato 21.452 supplenti. Le competenze elaborate hanno data di esigibilità 22 gennaio 2016». Tradotto significa che i soldi ci saranno, domani. Tre giorni di ritardo, nulla rispetto a cinque mesi... Ma chi deve sbarcare il lunario si sente davvero il sapore della beffa.

«Significa che, come si poteva supporre, ci sono enormi ritardi - dice Alessandra Michieletto, dei Precari Gilda di Venezia - il problema è che i soldi non ci sono. Li stiamo grattando nelle supplenze non date e con il non rinnovare i contratti. Ci sono colleghi precari che vengono mantenuti dalle famiglie e c’è chi riceve 200 euro come contentino». Ci sono decine di persone che da settembre non vedono una lira ed è difficile anche sbarcare il lunario.
«C’è chi, per esempio - aggiunge Micheletto - aveva 6/7 ore: ha cercato di implementare il contratto con altre ore di supplenza. Ebbene, sono state pagate per il primo impegno e non per il secondo: ma una cosa sono 400 euro al mese, ben altro è riceverne 1000».

«E’ chiaro che la macchina non funzione - spiga Fabio Barina, responsabile di Gilda - sicuramente hanno problemi informatico-gestionali, ma mai si sono viste cose del genere. Qui il problema è economico. Speriamo che chiudano anche per il futuro».
«E’ chiaro che deve esserci apertura di credito attorno a di una promessa così istituzionale - il pagamento per venerdì - anche se il sospetto che tutto fosse in bilico era già emerso. In particolare, c’è chi si era piccato, nei giorni scorsi, di andare a spigolare nel portale NoiPa, dove si evidenziano gli stipendi dei dipendenti della pubblica amministrazione.

Era stata un’insegnante di scuola media, un contratto a tempo determinato per sostituire una collega in maternità, naturalmente senza stipendio, a scoprire il ritardo. L’amara sorpresa l’aveva spinta a rivolgersi al Gazzettino. «Chiamo il portale l’operatrice mi dice che pur essendo stati autorizzati i pagamenti da parte dell’istituto scolastico - aveva raccontato l’insegnante - il Miur non ha capienza sufficiente nel relativo capitolo di bilancio». Cosa significasse "non ha capienza sufficiente" è intuitivo: i soldi non c’erano. Era il 16 gennaio e tutto era ancora possibile. Poi lo slittamento. Ora siamo a un nuovo conto alla rovescia: dovrebbe essere tutto più razionale, ma è comunque il caso di incrociare le dita.
Ultimo aggiornamento: 21 Gennaio, 08:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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