Sposati, conviventi e coppie gay:
il Nordest chiede diritti uguali per tutti

Martedì 28 Ottobre 2014 di Natascia Porcellato
Una coppia gay
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VENEZIA - Se l'idea di presentare un disegno di legge sul riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto si concretizzerà, Renzi avrà il supporto dell'opinione pubblica di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento. Secondo i dati raccolti da Demos per Il Gazzettino nell'ambio dell'Osservatorio su Nord Est, quasi 7 rispondenti su 10 si sono dichiarati moltissimo o molto d'accordo con l'idea che “Le coppie di fatto, formate cioè da persone che vivono al di fuori del matrimonio, dovrebbero avere gli stessi diritti legali delle persone sposate”. Se a questo accostiamo il fatto che, nella querelle tra Alfano e i sindaci, la maggioranza dei nordestini sostiene questi ultimi (55%) sull'iscrizione anagrafica delle coppie omosessuali che hanno contratto matrimoni all'estero, emerge l'immagine di una società aperta e dinamica.

Dal nulla di fatto dei DICO ai mai approvati “PACS all'italiana”, la questione delle “nuove famiglie” appare uno dei nodi che mette maggiormente in difficoltà la politica nazionale. Riconoscimento dei diritti di chi convive e non vuole contrarre il matrimonio, da un parte; conviventi che chiedono di potersi sposare e non possono farlo, dall'altra: questi sono i due binari che, ad oggi, non hanno ancora una stazione legislativa in cui arrivare, ostacolati da blocchi di natura religiosa e/o politica.

L'idea di riconoscere i diritti delle coppie di fatto mette d'accordo il 68% degli intervistati, con un incremento di 14 punti percentuali in 10 anni. Inoltre, in nessuno dei settori sociali studiati il consenso scende sotto la soglia della maggioranza assoluta. Se consideriamo l'età, vediamo che la quota minima di sostegno ai diritti dei conviventi è rintracciabile tra gli over-65, dove comunque si attesta al 60%; l'apertura più ampia, invece, è tra i giovani under-25 e tra quanti hanno tra i 45 e i 54 anni (77-76%). Guardando al fattore religioso, possiamo rilevare che è tra quanti non frequentano la messa (79%) o lo fanno saltuariamente (74%) che il consenso si allarga di più. Importante, però, è rilevare che i diritti alle coppie di fatto trovano d'accordo anche la maggioranza (55%) di quanti vanno a messa tutte le settimane.

Consideriamo, ora, la politica. La trasversalità del sostegno al riconoscimento dei diritti dei conviventi dovrebbe togliere ai partiti l'alibi del consenso: infatti, è a favore il 75% degli elettori del Pd, il 60% dei sostenitori di Forza Italia, il 63% di quanti votano per la Lega Nord, il 66% dei grillini e il 65% di quanti si orientano verso i partiti minori. Anche l'area grigia della reticenza si mostra nettamente a favore (66%). Meno trasversale appare il favore al riconoscimento in Italia dei matrimoni omosessuali celebrati all'estero. La maggioranza (55%) è d'accordo con le decisioni dei sindaci, mentre il 38% si schiera con il Ministro dell'Interno. Dalla parte di Alfano ritroviamo soprattutto over-65 (54%), quanti frequentano assiduamente i riti religiosi (50%), gli elettori di Forza Italia (58%) e della Lega (52%). A sostenere le ragioni di Manildo, Pisapia e Marino -solo per citare i più noti- sono in misura maggiore giovani under-25 (65%), persone tra i 25 e i 34 anni (72%), quanti hanno tra i 35 e i 44 anni (60%), oltre a coloro che non frequentano i riti religiosi (63%) o lo fanno in modo saltuario (61%). Politicamente, poi, sono i sostenitori del M5S e dei partiti minori a mostrare le maggiori aperture (69 e 67%). Più divisi gli elettori del Pd: tra di loro, infatti, una quota superiore alla media (42%) supporta la visione di Alfano, anche se la maggioranza (54%) è dalla parte dei sindaci.
Ultimo aggiornamento: 10:53

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