Il papà di Manuel: «Ho paura che resti paralizzato. Tutto è avvenuto a 200 metri dalle volanti»

Lunedì 4 Febbraio 2019 di Alberto Beltrame
Il papà di Manuel: «Ho paura che resti paralizzato. Tutto è avvenuto a 200 metri dalle volanti»

TREVISO - «Mio figlio si è trovato nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Non c'entra nulla con la rissa. È uno sportivo, un ragazzo perbene che stava semplicemente andando a mangiare qualcosa al pub con gli amici. C'è stato uno scambio di persona».
 

 


I medici del San Camillo di Roma sono appena riusciti ad estrarre il proiettile conficcato a pochi millimetri dalla spina dorsale di Manuel Mateo Bortuzzo quando suo padre Franco, dopo ore di angoscia e silenzio, riesce a proferire le prime parole: «Mio figlio ha subito tre interventi chirurgici, due dei quali al polmone, che è stato perforato - spiega il genitore che, assieme alla moglie Rossella, svegliato all'alba di domenica notte dalla polizia, da Morgano, provincia di Treviso, si è subito precipitato in Lazio -. I medici sono riusciti a rimuovere il proiettile. Ora saranno fondamentali le prossime 48 ore. Non resta che incrociare le dita e sperare». 

 

Cosa sia successo sabato notte in piazza Eschilo, nel quartiere Axa di Roma, lo dovranno chiarire gli investigatori già sulle tracce delle due persone che, arrivati in sella a uno scooter, hanno aperto il fuoco (sparando tre colpi secondo alcuni testimoni) contro il ragazzo. Quel che pare certo è che Manuel, che si trovava in compagnia della fidanzata e di alcuni amici, tra cui altri nuotatori come lui, non aveva avuto nulla a che fare con la rissa avvenuta pochi minuti prima davanti al pub. «Non era stato coinvolto in alcun tafferuglio. Anzi, quando è arrivato c'era già la polizia - racconta il genitore - . Lui, la sua ragazza e i suoi amici volevano mangiare qualcosa e sono arrivati in piazza, ma c'erano già le forze dell'ordine, che hanno spiegato cos'era successo e li hanno invitati ad andare via. E Manuel non ha fatto altro che tornare indietro e dirigersi verso la macchina». È in quel momento, erano circa le 2 di notte, che in piazza Eschilo è arrivato lo scooter. Il 19enne, è stato ricostruito attraverso le telecamere di videosorveglianza, era davanti al distributore di sigarette assieme all'amica quando uno dei due soggetti in sella al motorino gli ha urlato qualcosa. Lui si è girato e lo sconosciuto ha premuto il grilletto. Il tutto con le volanti della polizia davanti al pub, ad appena 200 metri di distanza. «Non può che essere stato uno scambio di persona - afferma papà Franco -: non c'era motivo per il quale qualcuno volesse fare del male a mio figlio. Non aveva partecipato ad alcuna rissa e non è il tipo da cercare provocazioni. Per di più non si trovavano in un quartiere particolarmente pericoloso: è una zona residenziale, dove ci sono dei locali. Non sono andati insomma in cerca di guai».

I DUBBI SUI SOCCORSIPapà Franco pone anche degli interrogativi sulla tempestività dei soccorsi.
Sarebbero stati tutt'altro che rapidi. «Mio figlio è rimasto a terra per più di 25 minuti senza alcun intervento medico - denuncia il genitore -. Tanto ci è voluto perché arrivasse un'ambulanza». La circostanza dovrà ovviamente essere ora approfondita, anche alla luce dell'esito delle operazioni alle quali è stato sottoposto il nuotatore trevigiano, tuttora ricoverato in prognosi riservata. A Morgano, piccolo comune trevigiano dove abita da circa tre anni la famiglia di Manuel, tutti stanno facendo il tifo per il 19enne. «Hanno sparato a Manuel, ora è sotto i ferri, pregate per lui ...» ha rivolto a tutti un appello ieri mattina papà Franco prima di aggiungere, nel tardo pomeriggio, l'esito dell'ultima operazione: «Intervento riuscito, proiettile tolto vicino alla spina dorsale, polmone perforato, prognosi riservata. Che dio ci aiuti! Forza piccolo grande uomo». Subito dopo papà Franco, venditore senior della concessionaria De Bona di Mestre, e mamma Rossella, che lavora in un panificio sulla Noalese, sono stati subito raggiunti da centinaia di messaggi con cui amici e conoscenti hanno cercato di offrire loro delle parole di conforto. A loro e alle due sorelle e al fratellino più piccolo di Manuel. «Non mollare, sei un leone, ce la farai» si legge tra i tanti auguri affidati ai social, dove sono tantissime le fotografie che immortalano il giovane sportivo, appassionato non solo di nuoto, ma anche di motori. «Sognava un giorno di poter partecipare alle Olimpiadi e per questo aveva deciso di trasferirsi a Roma, dallo scorso ottobre, per allenarsi con i migliori nuotatori italiani - racconta una vicina di casa -. Ma adorava anche le motociclette e, fino a pochi mesi fa, guidava una Kawasaki Ninja. L'aveva venduta appena un paio di mesi fa. Diceva che ne avrebbe presa un'altra più avanti ma che ora si sarebbe dedicato solo alla piscina. Speriamo davvero possa salvarsi e riprendersi. Se lo merita. È un ragazzo solare e buonissimo: non si meritava quello che gli è successo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci