​Conte: 253 milioni per undici Regioni. In Veneto 82 frane

Giovedì 8 Novembre 2018 di Alda Vanzan
Conte: 253 milioni per undici Regioni. In Veneto 82 frane
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Oggi il Consiglio dei ministri dichiarerà lo stato di emergenza per il Veneto e per le altre dieci Regioni colpite dal maltempo che ne hanno fatto richiesta. E ci sarà un primo stanziamento di 53 milioni e mezzo di euro per tutta Italia. È quanto ha annunciato ieri, durante il question time alla Camera, il premier Giuseppe Conte. Che, a differenza di quanto dichiarato dal ministro dell'Ambiente Sergio Costa, non esclude di chiedere il prestito alla Bei, la Banca europea per gli investimenti. Con la dichiarazione dello stato di emergenza inizierà la procedura che porterà alla nomina di un commissario che, in Veneto, sarà probabilmente il governatore Luca Zaia.
A MONTECITORIOQuanti fondi saranno stanziati dal Governo per Veneto, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Lazio, Sardegna, Calabria, Toscana, Emilia-Romagna, Lombardia e Trentino Alto Adige? Il presidente del Consiglio dei ministri ha detto che ci sarà «una prima assegnazione di 53,5 milioni» e che «a queste risorse si aggiungerà il prelievo di 100 milioni dal Fondo spese impreviste e l'assegnazione di 100 milioni dal Fondo per far fronte a esigenze indifferibili. Finanziamenti che potranno essere disposti e poi attivati in via amministrativa».
Inoltre, ha aggiunto Conte, «aggiungeremo anche quelle che il decreto del presidente del Consiglio, recante la ripartizione del Fondo investimenti, attualmente all'esame delle Camere, destinerà, non solo alla risoluzione di emergenze presenti sul territorio in materia di dissesto idrogeologico, ma anche alla loro prevenzione». 
Per ora, quindi, 253,5 milioni di euro. E il prestito Bei, ci sarà o no? «Sulla Bei preciso che il Governo non ha mai detto no a questo prestito: una interlocuzione è in corso e ci potrà tornare utile per ulteriori progetti elaborati e presentati dalle regioni. Allo stato, tutti i progetti presentati sono coperti con fondi congrui», ha detto Conte. 
Il premier ha poi ribadito che «alla risoluzione delle emergenze sul dissesto idrogeologico saranno destinati 900 milioni per il triennio. Il fondo concorrerà con le risorse ordinarie del ministero dell'Ambiente per 350 milioni». Conte ha poi spiegato che «nel disegno di legge sul bilancio c'è una struttura presso la presidenza del Consiglio, Investi Italia, che potrà coordinare gli interventi anche in questa materia».
RACCOLTA DATIIn Veneto, intanto, prosegue il lavoro senza sosta di Protezione civile, vigili del fuoco e centinaia di volontari. Nel bellunese, zona tra le più disastrate, «piano piano prosegue il ritorno alla normalità almeno per ciò che riguarda le esigenze primarie», ha detto il coordinatore dell'Unità di crisi, l'assessore regionale Gianpaolo Bottacin, spiegando che «la situazione delle utenze elettriche è in costante miglioramento e ormai la quasi totalità è servita o da rete o da generatore».
Resta ancora in fase di sistemazione la condotta dell'acqua a Rocca Pietore, dove sono circa 400 le utenze a secco, ma ci sono le autobotti. Ben 82 le frane avvenute in dieci Comuni della provincia. La Regione ha incaricato l'agenzia Avepa di coordinare le attività di rilevamento del territorio attraverso l'utilizzo di immagini satellitari, foto aeree e altre tipologie di dati geografici, anche attraverso l'attivazione del Servizio Emergency Copernicus fornito dalla Commissione Europea. E dopo il vicepremier Salvini e il ministro Toninelli, sabato sarà il presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, a visitare i territori messi in ginocchio da acqua, vento, frane.
AGRICOLTURAQuanto ai danni, la Coldiretti sostiene che se il conto totale in Veneto è di un miliardo di euro, la metà fa riferimento al settore agricolo visto che più di 25mila ettari di foresta ad alto fusto sono stati abbattuti. Sull'Altopiano dei Sette Comuni, Coldiretti stima che un milione di metri cubi di legno sia stato danneggiato. A Rovigo per le forti mareggiate e per la rottura di argini hanno sofferto anche gli impianti di cozze nel Delta del Po. 
Cgil, Cisl e Uil lanciano intanto un appello: «Bisogna ripartire dalla prevenzione idraulico-forestale e dalla bonifica per garantire la messa in sicurezza del territorio e dei cittadini.

Un primo passo è quello di valorizzare le professionalità dei lavoratori forestali in Veneto e aumentare l'occupazione, perché negli ultimi anni abbiamo assistito ad un calo notevole degli addetti e al ridimensionamento delle opere».

Ultimo aggiornamento: 09:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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