FRIULI VENEZIA GIULIA - Nasce l'associazione Produttori antichi mais friulani, realtà che conta una decina di agricoltori custodi delle antiche cultivar di granoturco a libera impollinazione tra cui rosso di Aquileia, socchievina, resiano, bianco perla friulano, pignoletto, dente di cavallo e cinquantino. Lo scopo del gruppo è dare impulso alla valorizzazione delle vecchie varietà che una recente ricerca del Dipartimento di scienze agroalimentari dell'ateneo di Udine ha caratterizzato geneticamente. Le dieci aziende producono con certificazione biologica.
Anni di studi fatti in convenzione con l'Agenzia per lo sviluppo rurale, che raccoglie e conserva nella propria banca del germoplasma queste importanti sorgenti di agrobiodiversità, hanno dimostrato che si tratta di varietà con valori nutritivi, tra cui le proteine, molto più alti rispetto agli ibridi, con maggiore adattabilità al territorio; sono in grado di produrre farine di qualità più elevata.
L'associazione, presieduta da Gianpaolo Chendi, ha già ricevuto molte richieste di adesione da una cinquantina di aziende coltivatrici in Friuli Venezia Giulia; il gruppo è aperto anche ai titolari di mulini e alle aziende come panifici, pastifici, birrifici, botteghe artigiane, cooperative e consorzi che utilizzano antichi mais friulani. L'invito a fare parte dell'associazione è rivolto pure ai ristoratori. Chendi vuole aderire alla rete nazionale Slow Mays che fa capo a Slow Food. A Slow Mays hanno aderito fino a oggi solo Lombardia e Piemonte.
Ultimo aggiornamento: 11:38
© RIPRODUZIONE RISERVATA Anni di studi fatti in convenzione con l'Agenzia per lo sviluppo rurale, che raccoglie e conserva nella propria banca del germoplasma queste importanti sorgenti di agrobiodiversità, hanno dimostrato che si tratta di varietà con valori nutritivi, tra cui le proteine, molto più alti rispetto agli ibridi, con maggiore adattabilità al territorio; sono in grado di produrre farine di qualità più elevata.
L'associazione, presieduta da Gianpaolo Chendi, ha già ricevuto molte richieste di adesione da una cinquantina di aziende coltivatrici in Friuli Venezia Giulia; il gruppo è aperto anche ai titolari di mulini e alle aziende come panifici, pastifici, birrifici, botteghe artigiane, cooperative e consorzi che utilizzano antichi mais friulani. L'invito a fare parte dell'associazione è rivolto pure ai ristoratori. Chendi vuole aderire alla rete nazionale Slow Mays che fa capo a Slow Food. A Slow Mays hanno aderito fino a oggi solo Lombardia e Piemonte.