Ogni giorno un animale sbranato da un lupo /Dove e come colpiscono

Sabato 9 Marzo 2019
Ogni giorno un animale sbranato da un lupo /Dove e come colpiscono
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Ogni giorno in Veneto almeno una pecora, una mucca o un asino viene aggredito, e quasi sempre ucciso, da un lupo. A dirlo è il rendiconto di fine anno stilato dalla Regione e relativo ai danni causati dai grandi carnivori alle produzioni zootecniche: nel 2018 sono stati ammazzati 400 capi di bestiame, altri 50 sono rimasti feriti e ulteriori 125 sono andati dispersi (la media quotidiana è di 1,5 esemplari colpiti), al punto che fra predazioni vecchie e nuove Palazzo Balbi ha dovuto liquidare oltre 200.000 euro di indennizzi.
 

«Urge un piano nazionale di gestione», dice Giuseppe Pan, assessore veneto all'Agricoltura, anche se sarebbe pronto pure uno strumento regionale, che però non è ancora approdato in aula. Complessivamente lo scorso anno sono stati registrati 196 eventi di razzia, contro i 176 rilevati nell'annata precedente. Le prede preferite sono state pecore e capre (282 capi tra morti e feriti), seguite dai bovini (125) e dagli asini (33), ai quali vanno sommati gli animali che non si trovano più. I territori provinciali più colpiti sono quelli di Vicenza e Verona, rispettivamente con 91 e 48 assalti accertati, seguiti da Belluno con 46 e Treviso con 11. In assoluto il Comune più bersagliato è quello di Bosco Chiesanuova, in Lessinia, con 67 episodi, seguito a distanza da Belluno con 31.
 
Agli allevatori vicentini sono stati riconosciuti 87mila euro di indennizzi tra danni diretti e indiretti, a quelli veronesi poco più di 37mila euro, ai bellunesi circa 28mila e ai trevigiani 5.100. Il valore economico delle predazioni verificate e avviate a liquidazione ammonta a 168.047 euro: per il 66% dei casi il danno quantificato è inferiore ai 1.000 euro; per il 28,4% si attesta tra i 1.000 e i 2.000; nel 5,3% supera i 2.000. L'importo liquidato a valere sul bilancio 2018 è però pari a 204.684,93 euro, in quanto riguarda 212 istanze, cioè le 47 relative ad aggressioni del 2017 (per 55.477,18 euro) e le 165 dovute ad assalti del 2018 (per 149.207,75 euro).
RISPOSTA PARZIALERispetto alla problematica generale, la soluzione individuata non è pienamente soddisfacente, secondo lo stesso assessore Pan: «A quasi tutte le istanze pervenute, la Regione ha assicurato un indennizzo certo. Rispetto agli anni scorsi abbiamo cercato di accelerare al massimo le istruttorie di accertamento, quantificazione del danno e liquidazione risarcitoria, dando esecuzione a tutte le pratiche in corso. Ma l'azione riparativa della Regione nei confronti dei danni subiti dagli allevatori rappresenta solo una risposta parziale e insufficiente al problema della difficile convivenza tra la presenza predatoria di un grande carnivoro, come il lupo, e le produzioni zootecniche». Per questo il leghista ha deciso di inviare il riepilogo anche a Sergio Costa, ministro dell'Ambiente, nonché ai propri colleghi della commissione Politiche agricole della Conferenza delle Regioni. Obiettivo: «Tornare a sollecitare la riapertura del confronto nazionale sul piano di gestione della presenza del lupo, in particolare nelle aree in quota tradizionalmente vocate alla pastorizia e all'allevamento. L'incremento del numero di attacchi e dei valori economici delle perdite subite deve imporre una rivisitazione complessiva delle strategie di prevenzione e contenimento della presenza del lupo, almeno nelle aree antropizzate e ad alta densità di allevamento».
È proprio per aspettare una valutazione nazionale, oltre che per contenere la mobilitazione degli animalisti, che in Veneto è fermo il progetto di legge Misure di prevenzione e di intervento concernenti i grandi carnivori, di cui è prima firmataria proprio la Lega con il capogruppo Nicola Finco. Approvato in commissione, il dibattito sul testo era all'ordine del giorno dell'ultima seduta del Consiglio regionale lo scorso 26 febbraio, ma è stata rinviata.
A.Pe.
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