L'invito di Zaia ai Comuni: «Niente carta d'identità ai richiedenti asilo»

Venerdì 9 Dicembre 2016 di Paolo calia
L'invito di Zaia ai Comuni: «Niente carta d'identità ai richiedenti asilo»
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TREVISO - «I sindaci non devono rilasciare la carta d'identità ai richiedenti asilo». Il governatore Luca Zaia lancia il suo appello invitando i primi cittadini alla resistenza, a non cedere nemmeno di fronte alle richieste delle varie Prefetture che, invece, invitano i Comuni a concedere i documenti d'identità ai migranti ospitati nelle strutture di accoglienza dei loro territorio. Zaia si lancia in questa crociata appoggiando l'iniziativa di Maria Scardellato, primo cittadino di Oderzo, che ha deciso di dire no specificando che il requisito della residenza, dato dalla permanenza in un centro d'accoglienza, non è sufficiente quando manca la certezza dell'identità: «I documenti muniti di fotografia dell'interessato rilasciato dalla Questura non offrono adeguate garanzie». E Zaia approva. «Il sindaco di Oderzo - dice il governatore - ha indicato la via giuridica da seguire. Adesso mi auguro che anche gli altri sindaci la intraprendano. É un'ottima forma di contrapposizione, dura ma legale, nei confronti della gestione di questo fenomeno». Zaia, per dare ancora più sostanza alla sua obiezione, parte da un presupposto: «Quelli che avanzano la richiesta di avere un documento d'identità non sono profughi - sottolinea - ma richiedenti asilo, persone in attesa di riscontro e dall'identità incerta. La stragrande maggioranza di loro, le statistiche dicono 2 su 3, risulterà non avere alcun diritto allo status di profugo. E quindi non ha senso dargli una carta d'identità. Se lo si fa vuol dire che la carta d'identità non conta più niente».
Oderzo risulta il primo comune intenzionato a negare un documento che apre le porte all'iscrizione all'anagrafe e a una serie di diritti che la residenza si porta dietro: «Se fossi un sindaco - ammette il governatore - seguirei l'esempio della Scardellato. E spero che lo facciano in tanti. La carta d'identità è un documento che consente di fare molte cose e non può essere rilasciato così facilmente. Discorso diverso per i profughi veri riconosciuti alla fine di un percorso: a loro gliela darei senza problemi. Ma agli altri no. E adesso i sindaci che non lo faranno non avranno più scuse».
Oderzo aprirà la strada anche ad altre amministrazioni leghiste. A quelle poche che hanno accettato di aprire le porte dei loro territori ai richiedenti asilo. Zaia propone però anche un'alternativa: «Se proprio è necessario dare un documento ai richiedenti asilo, si pensi a qualcosa studiata apposta, ma che serva solo per l'identificazione e in cui si specifichi che la persona in questione è in attesa di uno status giuridico». Tutto da vedere come si comporteranno invece le amministrazioni di centrosinistra. Miriam Giuriati, sindaco di Casier, il Comune che ospita oltre 700 richiedenti asilo in una vecchia caserma che si trova a cavallo del confine con Treviso, finora non ha ricevuto questa richiesta: «I profughi si rivolgono a Treviso e mi risulta che alcuni le abbiano ottenute. Io non mi sono posta il problema anche se capisco le preoccupazioni di Oderzo. Il fatto è che i sindaci leghisti farebbero meglio a partecipare agli incontri col prefetto invece di urlare». 
 
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