Regione Veneto-Roma, le liti tra palazzi costano mezzo milione di euro

Lunedì 2 Ottobre 2017 di Angela Pederiva
Regione Veneto-Roma, le liti tra palazzi costano mezzo milione di euro
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VENEZIA - Veneto versus Roma, Roma versus Veneto. Tante parole sono state spese per raccontare, battaglia dopo battaglia nei loro alterni esiti, l'infinita guerra giudiziaria fra Regione e governo. Ma ora spazio ai numeri: dall'inizio della decima legislatura, che si appresta a compiere il giro di boa, quant'è costato alle casse di Palazzo Balbi l'eterno braccio di ferro con Palazzo Chigi e con le altre articolazioni statali? Oltre mezzo milione di euro, cifra peraltro calcolata per difetto, sommando solo gli importi degli incarichi di collaborazione e di consulenza legali espressamente riferiti a questo tipo di contenziosi.

LE DELIBERE
Non sempre, infatti, le delibere di conferimento dei mandati agli avvocati esterni all'ente (quelli interni all'Avvocatura Regionale sono già stipendiati e dunque non ottengono remunerazioni aggiuntive) esplicitano gli oggetti delle cause. Degli atti relativi ai procedimenti penali, civili e amministrativi pubblicati sul Bollettino ufficiale della Regione, ad esempio, in nome della privacy vengono citati solo gli estremi dell'iscrizione al ruolo. Se nella maggior parte dei casi si tratta di contese che coinvolgono privati cittadini o imprese, non è però escluso che qualche ricorso ai  Tribunali amministrativi regionali (del Veneto o magari del Lazio), al Consiglio di Stato e al Tribunale superiore delle acque pubbliche possa riguardare i rapporti fra l'istituzione locale e quelle nazionali. Ad ogni modo ci siamo presi la briga di scorrere gli elenchi degli incarichi affidati nel 2015, nel 2016 e nel 2017, spulciandone in tutto 525, per individuare quelli chiaramente riferiti a sfide davanti alla Corte Costituzionale o comunque riguardanti argomenti sensibili (come ad esempio il referendum sull'autonomia del Veneto).

IL CALCOLO
Il risultato dei nostri calcoli, relativamente al conto dei compensi previsti (e in alcuni casi già erogati), è di 535.386 euro. Soldi che la Regione ha via via inserito a bilancio, ora per trascinare in giudizio il governo, ora per difendersi nelle azioni avviate da Roma. Gli ultimi esborsi in ordine di tempo concernono proprio la consultazione popolare del 22 ottobre: il ricorso (presentato da due esponenti del Pd) per l'annullamento in via d'urgenza dell'efficacia del decreto con cui il presidente Luca Zaia aveva indetto il voto, con lo stanziamento a favore dei patrocinatori Luca Antonini e Mario Bertolissi di 10.061,15 euro ciascuno. Due nomi che ritornano, sfogliando a ritroso le liste dei conferimenti: ad Antonini a settembre 19.654,86 euro per il ricorso alla Consulta contro la legge sulle vaccinazioni obbligatorie (che ha comportato anche 5.836,48 euro per la domiciliazione nello studio legale Manzi), dopo che a giugno gliene erano stati quantificati 11.813,04 per l'impugnazione dell'originario decreto Lorenzin-Fedeli (più i 5.836,48 per l'appoggio allo stesso studio romano); a Bertolissi risultano invece assegnati zero euro per la costituzione nell'impugnazione della legge sul popolo veneto come minoranza nazionale promossa dal Consiglio dei ministri (ma sono stati fissati i soliti 5.836,48 euro a favore del domiciliatario Luigi Manzi).

I TEMI
Il campionario dei mandati abbraccia un ampio spettro di temi. Per esempio la sanità e l'università: 9.811,11 euro all'avvocato Chiara Cacciavillani per il ricorso al Tar del Lazio sul decreto interministeriale riguardante le scuole di specializzazione di area sanitaria e 3.647 all'avvocato Andrea Manzi per la richiesta, sempre ai giudici amministrativi laziali, di annullare il bando di concorso per l'ammissione alla formazione in medicina generale. Il servizio civile universale: 5.836,48 euro di nuovo all'avvocato Andrea Manzi per l'impugnazione del decreto davanti alla Corte Costituzionale. Gli asili nido, con accesso preferenziale per i figli dei residenti o lavoranti in Veneto da almeno quindici anni: 5.836,48 euro all'avvocato Luigi Manzi per la difesa nel giudizio instaurato dal governo sempre alla Consulta. Allo stesso legale, medesimo importo per la domiciliazione della difesa nel giudizio di legittimità costituzionale avanzato da Palazzo Chigi in materia di caccia (il disturbo all'attività venatoria e piscatoria sanzionato dalla legge regionale). Le norme più gettonate? Quelle di bilancio: denari da difendere, a costo di doverne spendere altri in carte bollate.
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