Incidenti con gli animali: rispondono i gestori, ma risarcimenti scarsi

Lunedì 7 Gennaio 2019 di Alda Vanzan
foto di repertorio
7
VENEZIA -  Sarà bene prestare attenzione ai cartelli stradali con l'indicazione della fauna selvatica. Perché se malauguratamente dovesse tagliarci la strada un capriolo, un cerbiatto, una volpe o peggio ancora un cinghiale, proprio a causa di quel cartello si rischia di non avere alcun risarcimento. Né da parte della Regione Veneto che è proprietaria della fauna selvatica, né da parte degli enti gestori delle strade, sia che si tratti di Comune, Provincia, Regione o Anas. Diverso è il caso delle autostrade, dove non possono esserci cartelli con l'invito a moderare la velocità per pericolo di bestie, essendo le autostrade recintate e dunque non raggiungibili da animali che giungano dall'esterno. Non è un caso che il mortale incidente avvenuto a Lodi, dove l'attraversamento di cinghiali sulle corsie dell'A1 ha causato una vittima e alcuni feriti, sia oggetto di indagini da parte della Procura secondo la quale ci sono dubbi sul fatto che la rete fosse integra al momento dell'incidente.

I DATI Ogni anno in Regione Veneto arrivano circa 450 domande per risarcimento danni di incidenti stradali provocati da cervi, volpi, cinghiali e altri animali. Il presupposto è che l'amministrazione regionale sia responsabile avendo il governo della fauna selvatica. A occuparsi dei vari casi è una assicurazione scelta da Palazzo Balbi che fa le valutazioni e, nel caso, provvede ai pagamenti. In media, una domanda su due di risarcimento viene cassata. L'ammontare medio delle richieste di risarcimento - generalmente per danni alla carrozzeria - oscilla tra i 1.000 e i 2.000 euro. Sul totale, sono circa 20 le domande che si traducono in cause giudiziarie. E come finisce quando si va in tribunale? A sentire l'Avvocatura regionale si sta assistendo a un cambio di orientamento giurisprudenziale: fino a poco tempo fa la Regione era chiamata a pagare i danni, ultimamente invece la Cassazione sta addebitando la colpa agli enti gestori delle strade. Posto che si tratta di bestie selvatiche e che non possono essere messe in gabbia, se la Regione dimostra di aver attivato piani di gestione/controllo della fauna la responsabilità non le viene addebitata, ma scaricata sull'ente gestore della strada. Se però l'ente gestore della strada - che potrebbe essere Veneto Strade, Anas, Comune - ha posizionato i cartelli per avvertire del rischio di attraversamento di animali selvatici, il conducente è obbligato a moderare sensibilmente la velocità e a prestare attenzione. Con la conseguenza che in caso di sinistro il conducente rischia di non avere alcun risarcimento.

EMERGENZA LUPI Ma i danni provocati dalla fauna selvatica non sono solo quelli stradali: nel primo semestre 2018 (si veda l'articolo a lato) ci sono state 233 istanze presentate alla Regione da cittadini veneti, per la maggior parte agricoltori, e da Palazzo Balbi sono stati risarcimenti per quasi 250mila euro. L'assessore competente è il padovano Giuseppe Pan (Agricoltura e Caccia) che confida di avere ancora una partita aperta con il governo statale per quanto riguarda i lupi. «Il punto è che il ministro dell'Ambiente non batte un colpo - dice Pan - È dalla scorsa estate che ha annunciato un nuovo piano di gestione per i lupi, c'è stato un incontro tecnico, ma da allora più nulla». L'emergenza lupi al momento è in letargo visto che non ci sono mucche e pecore al pascolo, essendo tutti gli animali chiusi in stalla per l'inverno, ma appena tornerà la bella stagione riprenderanno le razzìe. La Regione Veneto ha fatto presente che i recinti elettrificati e i cani a guardia del bestiame non sono sufficienti e che è necessario cominciare a contenere i lupi. In soldoni, ammazzarli. Da Roma, al momento nessuna risposta.

«DATECI I SOLDATI» Quanto ai cinghiali, Pan dice che il Veneto è una delle poche Regioni ad avere un piano di gestione: «Noi andiamo avanti con il piano di abbattimento - dice l'assessore - Sia chiaro che non tutti possono sparare ai cinghiali. Possono farlo, oltre alla polizia provinciale e alla guardie forestali, i cacciatori ma solo se hanno frequentato un apposito corso di formazione, anche perché si tratta di un tipo di caccia rischiosa». Ciò nonostante l'emergenza cinghiali rimane, soprattutto in alcune zone del Veneto come il parco dei Colli Euganei, nel padovano, dove si stimano 7/8mila esemplari. Soluzioni? Pan è convinto: «Come per i lupi, anche per i cinghiali servirebbe un piano di gestione nazionale. Servirebbe un'azione coordinata tra Regioni e Stato perché la situazione è pericolosa: siamo arrivati al punto che si dovrebbe utilizzare l'esercito».
 
Ultimo aggiornamento: 8 Gennaio, 11:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci