Veneto, appalti & corrotti: 28 arresti e 65 indagati in un anno

Venerdì 7 Aprile 2017 di Davide Tamiello
Veneto, appalti & corrotti: 28 arresti e 65 indagati in un anno
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C’è chi si fa cucire un bando su misura, chi costituisce un cartello di imprese per orientare l’esito della gara, chi in fase di esecuzione non rispetta i capitolati pattuiti truffando le forniture pubbliche. I modi in cui si riesce ad aggirare (in modo illecito) la normativa sugli appalti pubblici sono diversi. La contromisura, invece, è sempre la stessa ed è affidata agli investigatori delle fiamme gialle. Nel 2016, in questo specifico settore, la Guardia di finanza ha indagato 65 persone e ne ha arrestate altre 28: sono 15 i casi di turbativa d’asta, gli altri variano dalla concussione alla corruzione. Sono i dati che emergono dal seminario informativo “La prevenzione ed il contrasto alla corruzione e la nuova disciplina degli appalti pubblici”, organizzato dal comando regionale della guardia di finanza. All’incontro sono intervenuti anche la consigliera dell’autorità nazionale anticorruzione, Ida Angela Nicotra, che ha spiegato i dettagli del nuovo regime degli appalti pubblici, e il procuratore generale Antonino Condorelli, che ha parlato del sistema repressivo dell’autorità giudiziaria in materia. 

«Anche negli appalti c’è una determinata patologia criminale che si inserisce - spiega il generale Antonino Maggiore, comandante regionale delle fiamme gialle - sia in fase di aggiudicazione, sia in fase di esecuzione. Nel primo caso le imprese si accordano tra loro, imprese realizzano dei veri e propri cartelli per pilotare le offerte o sapere se presentarsi o meno alle gare spartendosi tra di loro l’utile che può derivare dalla commessa».
Il passo successivo è quello delle infiltrazioni della criminalità organizzata. «Le mafie, qui, hanno interessi di arricchimento - continua Maggiore - ma anche di riciclaggio. Gli appalti sono un’ottima occasione per reinvestire capitali illeciti».

Poi c’è la fase esecutiva dei lavori. «Qui le imprese che vincono gli appalti non rispettano i capitolati e frodano la pubblica fornitura - aggiunge il generale - e possono coinvolgere i funzionari pubblici, che possono cucire le situazioni come un abito su misura per le aziende preferite. Per citare un caso recente: l’ipotesi investigativa nel caso del funzionario di Veritas arrestato un paio di settimane fa, per esempio, è proprio questa».
In generale, la guardia di finanza in Veneto nel 2016 ha svolto 176 indagini per reati contro la pubblica amministrazione, che hanno portato a 301 denunce e 56 arresti: 20 casi di peculato, 30 per concussione e 26 per corruzione. Gli abusi d’ufficio, invece, sono 75 mentre le turbative d’asta arrivano a 37. Chiudono i conti le 8 indagini per frode in pubbliche forniture. In parallelo, poi, ci sono le indagini delegate dalla corte dei Conti: 8 le indagini che hanno individuato 48 responsabili per un ammontare di circa 63 milioni di euro. 
«Ovviamente - prosegue Maggiore - gran parte di questa cifra è la coda dell’indagine sul Mose, legata al danno erariale procurato in parte con l’affidamento e l’esecuzione di determinati appalti». 
Non va dimenticato, però, il lato positivo della medaglia. Si stima che in opere pubbliche si immettano circa 100 miliardi di euro all’anno, che di fatto danno impulso alle imprese, all’economia in generale, al lavoro ed all’ammodernamento dei servizi che la pubblica amministrazione offre. 
«Gli appalti sono fondamentali e per questo vanno anche tutelati in ogni modo - conclude il generale - anche perché hanno un indotto importante anche dal punto di vista occupazionale e permettono, ovviamente rispettando le regole del gioco, maggiori introiti fiscali».
Ultimo aggiornamento: 8 Aprile, 08:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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