Genagricola punta sui vini rossi
e apre una cantina in Romania

Sabato 18 Luglio 2015 di Maurizio Crema
Genagricola punta sui vini rossi e apre una cantina in Romania
Genagricola laboratorio della nuova agricoltura italiana ma anche trampolino di lancio del made in Italy enogastronomico nel mondo: 4 milioni di bottiglie, 8 marchi storici. E presto potrebbe arrivare qualche nuova acquisizione, proprio nel Nordest dei grandi vini rossi.

«Noi di Genagricola abbiamo davvero una grande responsabilità: siamo la più grande azienda agricola italiana e possiamo indicare una strada per lo sviluppo del nostro Paese che metta insieme le radici e l’innovazione - spiega Alessandro Marchionne, da poco meno di un anno amministratore delegato della società più "verde" dell’impero Generali, 47 milioni di fatturato e 22 tenute in Italia per complessivi 10mila ettari, più i 4mila delle due aziende in Romania - il nostro Paese ha un problema di fondo che frena lo sviluppo di un’agricoltura moderna: ci sono circa 1,6 milioni di aziende agricole, con una dimensione media di 4 ettari. Con queste dimensioni vai poco lontano, l’agricoltura moderna ha bisogno di investimenti per crescere. Noi vogliamo essere modello e leader per questa nuova Italia che si sta costruendo anche sull’onda dell’Expo».

Genagricola laboratorio anche delle nuove tecnologie: «Abbiamo due centrali biomasse che producono energia. E il futuro è nell’agricoltura di precisione: stiamo mappando con droni tutti i nostri terreni per dosare precisamente tutti i trattamenti - spiega Marchionne - quando hai 760 ettari il biodinamico non regge, però devi essere attento all’ambiente. Stiamo investendo in informatica e altri macchinari per sviluppare al meglio questa nuova strada, assumendo anche personale specializzato. Se dovessi dare un consiglio ai giovani, direi fate agraria». Lo dice un manager che guida un’azienda che arriva dalla prima bonifica italiana: Ca’ Corniani nel Veneziano, 1851. «È la nostra tenuta più grande, 1600 ettari, e vogliamo aprirla al turismo su basi e percorsi storici - annuncia Marchionne - a Cesarolo abbiamo invece un modello di azienda agricola a circuito chiuso: produzione del mangime, per le 150 bufale dal cui latte facciamo mozzarella. Un modello che vogliamo aprire alle scuole e al turismo: Jesolo, Caorle, Bibione sono a pochi chilometri. Vogliamo allestire anche 20 chilometri di piste ciclabili e 10 chilometri di strisce di fiori per il ripopolamento delle api. Queste strutture serviranno anche per ospitare i nostri venditori cinesi, americani, europei».

L’altra sfida di sviluppo è proprio il vino. «Vogliamo crescere soprattutto all’estero, che oggi vale solo il 30% del nostro fatturato nel settore, 12 milioni, l’obiettivo è arrivare al 50% e a 15 milioni entro tre anni - dice Marchionne - vogliamo crescere nella marginalità e investiremo anche nell’acquisto di qualche tenuta nel Nordest specializzata nella produzione di rosso di qualità». Oggi Genagricola spazia dal Monferrato (Bricco dei Guazzi, Barbaresco e Albarossa) al Friuli con Torre Rosazza, Poggiobello e Borgo Magredo (Pinot Grigio, Friulano, Refosco, Ribolla Gialla), passando dalla Gregorina (Sangiovese) alla tenuta veneziana di Sant’Anna (Prosecco), giù a sud di Roma con Solonio spingendosi sull’innovazione con V8+ (prosecco da wine bar). «All’estero in Romania abbiamo 4mila ettari di agricoltura tradizionale con una cantina al decollo venderà solo all’estero (vino autoctono bianco e rosso)», osserva l’Ad della società delle Generali. L’ultima intesa è con San Patrignano: «È un’alleanza a 360 gradi, offriamo ai loro giovani la possibilità di fare stage, ma ci sono anche uno scambio di prodotti e acquisti in comune. E collaboriamo col loro enologo Riccardo Cotarella».
Ultimo aggiornamento: 22:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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